Due anni e più di pandemia hanno dato il colpo di grazia alla sanità. Il personale medico è usurato, le attese al Pronto soccorso, le attese per le prestazioni, non era così fino a qualche anno fa, si ragionava ancora, oggi abbiamo toccato il fondo. Ora per una sanità più vicina ai territori sappiamo che il Pnrr aggiungerà agli ospedali e alle Asl, 430 Case di comunità e 611 Centrali operative territoriali. Più di 3 miliardi di investimenti, da qui al 2026, con standard minimi dettati dal recentissimo decreto di riforma pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Siamo pronti? Perché non se ne parla proprio?
In Abruzzo sono previste 40 Case di comunità, per 58.9mln di euro da investire, 11 Ospedali di comunità, per 26.1mln di euro, e 13 Centrali operative territoriali, per 4.4mln di euro.
E’ tutto messo nero su bianco nei Contratti istituzionali di sviluppo, Cis, firmati a fine maggio dal ministro della Salute Roberto Speranza con ogni presidente di Regione.
In ogni Cis è segnata l’ubicazione di ogni nuova struttura, percorso e tempi di realizzazione, i progetti dovranno essere completati entro l’anno poi entro il primo trimestre del 2023 dovranno essere bandite le gare in modo che le prime Case e Ospedali di comunità siano in funzione a inizio 2024 per poi completare il percorso entro i primi mesi del 2026. Tempi più stretti per le Centrali operative tutte funzionanti, sulla carta, entro i primi tre mesi del 2024.
Molte Case e Ospedali di comunità saranno il frutto di riconversioni, e ristrutturazioni.
L’Abruzzo farà i bandi di gara per conto proprio, attraverso le Asl o gli enti regionali responsabili degli acquisti e con l’Abruzzo, il Veneto, la Liguria, la Sicilia e la Campania il resto delle Regioni lascerà la gestione dei bandi a Invitalia.
I cronoprogrammi sono inseriti e sottoscritti con i piani operativi nei Cis, e in caso di ritardi e inadempienze, il Tavolo istituzionale dei Cis che si riunirà ogni sei mesi o quando richiesto per fare il punto con i governatori, potrà attivare il potere sostitutivo, in quel tavolo siederanno i ministri della Salute e dell’Economia proprio per valutare l’andamento dei progetti.
Le nuove strutture sui territori dovrebbero garantire una vicinanza reale ai cittadini, nelle Case di comunità potranno avere la visita generica ma anche servizi diagnostici primari, come ecografie, elettrocardiogrammi, spirometrie ecc. utili ai pazienti cronici, saranno aperte h24, ci saranno medici e infermieri e un punto per prelievi, screening e vaccinazioni, ma anche servizi standard di prenotazione visite e ricoveri, che oggi si fanno al Cup, si potrà far attivare l’assistenza domiciliare oppure i nuovi servizi di telemedicina oltre che servizi per la salute mentale, le dipendenze o l’assistenza sociale.
Gli Ospedali di comunità saranno strutture per curare chi non ha bisogno dell’ospedale ma non può essere gestito a casa, offriranno ricoveri brevi soprattutto per i pazienti più complessi, come anziani e malati cronici.
Il dibattito pubblico ancora non c’è. Non sappiamo dove saranno ubicati Case e Ospedali di comunità, i contratti di sviluppo li danno per operativi nel 2024.