Dalle proiezioni sulle amministrative del capoluogo d’Abruzzo è ormai certo il vantaggio secco di Pierluigi Biondi, sindaco uscente della coalizione di centro destra, che potrebbe portarlo a vincere il secondo quinquennio di governo al primo turno. Pare certo anche il vantaggio di Fratelli d’Italia, partito del primo cittadino, sulla Lega, il che tradotto sul nazionale significherebbe un ulteriore tassello a vantaggio della leadership di Giorgia Meloni, che punterebbe diretta a Palazzo Chigi alle elezioni politiche del 2023.
D’altra parte la coalizione progressista sta scontando la mancata unità di tutte le forze di centro sinistra, con un testa a testa di fatto tra la parlamentare dem Stefania Pezzopane, che in molti hanno visto come l’unica chance per poter battere l’uscente Biondi e i civici di Americo Di Benedetto, che potrebbe addirittura guadagnare un eventuale ballottaggio con Biondi, lasciando la contendente Stefania Pezzopane a un insignificante terzo posto che nulla vorrà dire, in caso di vittoria del centro sinistra, se non sedersi a tavolino con le mazze in mano ad Americo Di Benedetto.
E a volerla leggere ancora meglio, il candidato sindaco, che nel tempo è riuscito a far apprezzare i suoi modi, lo stile, le capacità indiscusse di confrontarsi senza cattiveria e nel pieno rispetto dell’avversario, si sta giocando la leadership di coalizione per il futuro. Un futuro nuovo e di un centro sinistra diverso che ha bisogno di nuovi linguaggi, nuove forme, nuova sostanza, più sorrisi, meno veleno e un approccio da cambiare radicalmente alle fondamenta.
Il Pd, d’altra parte, non ne uscirà benissimo, fortemente ridimensionato, e con un vantaggio risicato su quello che sembrerebbe un vero e proprio exploit della lista L’Aquila Coraggiosa, tutto da tradurre e da confermare nelle prossime ore e nel caso, frutto di un’unità di tante piccolissime forze frastagliate, che pure hanno forse rappresentato l’approdo di tanti scontenti.
Se Stefania Pezzopane arrivasse terza sarebbe la fine di un’epoca, ma è già la fine del predominio di un partito che non ha voluto mollare di un centimetro a favore del sogno che forse, rischiando un minimo, avrebbe offerto a un elettorato stanco la voglia di guardare oltre. Quella stessa che ha mostrato Americo guadagnando il consenso di quanti, in passato, hanno militato anche più a sinistra del Pd.
Certamente una città terremotata e che ha pagato due anni di pandemia avrebbe avuto bisogno di costruire anziché distruggere; proporre anziché tentare continuamente di screditare l’amministrazione uscente; impostare contenuti anziché sbriciolare sempre e comunque a prescindere, quelli proposti dal centro destra nell’ultimo quinquennio. Non è stata la strategia di Di Benedetto, che con le sue tre liste civiche ha costruito molto, sparigliando le carte apparecchiate da quanti, imponendo la candidatura a sindaco di Stefania Pezzopane, certamente non la vedranno passare così liscia come credevano.