A 13 anni dal sisma del 6 aprile 2009, è stato pubblicato sulla piattaforma telematica del Segretariato regionale MiC per l’Abruzzo, un bando di gara per i lavori di consolidamento e restauro della cattedrale di San Massimo e San Giorgio dell’Aquila.
La scadenza è fissata al 5 luglio alle ore 12.
Per il Duomo sono stati stanziati oltre 36mln di euro lordi, con due finanziamenti: 18mln 116mila 538,37 euro dalla delibera Cipe n.63/2016 “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020: Piano stralcio Cultura e Sviluppo” e altri 18mln 500mila euro sono previsti con l’inserimento dell’intervento nel Piano Sviluppo e Coesione, PSC, del Ministero della Cultura, già Piano Operativo Cultura e Turismo.
La procedura aperta prevede un importo complessivo a base d’asta di 25mln 879mila 822,03 euro. I lavori sono stati suddivisi in due stralci, parallelamente alle fonti di finanziamento, ricompresi nel bando, si legge ufficialmente sul sito del Segretariato regionale.
Responsabile unico del procedimento è l’architetto Valerio Tesi, Soprintendente per le province di Pisa e Livorno; direttore dei lavori è l’architetto Augusto Ciciotti, responsabile Programmazione lavori pubblici e accordi di programma del Segretariato Regionale Abruzzo. L’intervento sul Duomo dell’Aquila è, dopo tanti anni, uno dei più attesi, frutto di un lungo e complesso lavoro tecnico-amministrativo del Segretariato Regionale – stazione appaltante, condiviso con la Soprintendenza ABAP per le province di L’Aquila e Teramo e con la proprietà, l’Arcidiocesi dell’Aquila, si legge ancora sul sito.
Sono così passati tredici anni dalla terribile notte del 6 aprile 2009, con i tira e molla tra la proprietà, l’Arcidiocesi dell’Aquila, che avrebbe voluto essere trattata come tutti gli altri privati, e cioè con affidamenti diretti senza bando di gara e senza soglia, per capirsi, e lo Stato che ha invece imposto la gara pubblica a procedure già avviate. Quindi una serie di storie tra progetti affidati e da pagare e lo Stato che per bocca del Segretariato ha fatto sapere che non avrebbero mai liquidato cifre esorbitanti, senza evidenza pubblica, per cui la differenza se la sarebbe accollata la Curia. Almeno stando al prestigioso parere dell’Avvocatura di Stato che ancora conservo, ma vai a sapere com’è andata a finire.
Negli uffici della Sovrintendenza e del Segretariato rimpiangono il commissario Luciano Marchetti, una gestione straordinaria che probabilmente avrebbe smazzato diversi appalti e lavori utili a restituire la gran parte delle chiese e palazzi pubblici del centro storico e dei centri storici del cratere crollati con il sisma.
Un patrimonio esposto alle intemperie per ben 13 anni e alle quattro stagioni di tutti questi mesi, una cura e protezione che nessuno ha mai invocato più di tanto, nella cattedrale di San Massimo e San Giorgio, considerato che la conservazione dei beni culturali, come unici e irripetibili, è un dovere sancito dalla Costituzione. Un dovere che avrebbe dovuto essere prioritario e nessuno pagherà mai per questo. E comunque vedremo tra ricorsi e controricorsi come andrà a finire con i tempi perché di certo non è finita qua. Una vera vergogna.