Mi occupo di politiche europee per la prossima generazione. La mia tesi di dottorato al Gran Sasso Science Institute si focalizza su implementazione Recovery plan, politiche europee per le nuove generazioni, politiche per le aree interne e periferiche e per favorire opportunità per i giovani in questi territori. Si tratta di un percorso di ricerca-azione. L’Europa e l’Italia non possono perdere questa grande opportunità di rilancio. Puntare sulle nuove generazioni e sul potenziale inutilizzato del nostro paese è fondamentale.
Humans of Research ha realizzato una mostra fotografica itinerante in dieci Regioni per raccontare in modo nuovo il mondo della ricerca. Nella città dell’Aquila saranno visibili le fotografie di Giulia Valeria Sonzogno, dottoranda in Urban Studies and Regional Science, Social Sciences, al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, referente per il Comitato Tecnico Aree Interne alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Progetto Officina Giovani Aree Interne.
L’Italia è fatta di piccoli paesi. È la rete dei paesi a definire l’identità delle Regioni italiane, la pluralità del paesaggio: paesi fitti o radi, assolati o grigi, svettanti sulla cima dei colli o aggrappati alle pendici, spiega Giulia nel focus a lei dedicato nel progetto.
Zone che spesso vengono viste come territori marginali ma che rivestono invece circa i tre quinti del territorio italiano e raccolgono quasi un quarto della popolazione, 13mln di persone.
Non sono borghi, spiega ancora, i borghi mi danno l’idea di presepe. Il borgo è un contenitore più che un contenuto mentre il paese, per me, vuol dire comunità, insieme di relazioni e funzioni che includono le persone, le loro attività, i loro sentimenti di appartenenza e di vicinato. Ma bisogna capire come usare in modo efficace le risorse per ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali che nel tempo si sono andate a creare soprattutto per le nuove generazioni. I giovani delle aree interne necessitano di spazi di dialogo con amministrazioni che siano più aperte, sostengano le iniziative dei giovani o che almeno non le ostacolino.
Cerco sempre il dialogo. Bisogna conoscere e camminare il luogo, anzitutto. Chi vive in questi paesi è rimasto perché ama queste zone. Non si può arrivare con la ricetta per il rilancio ma bisogna iniziare a costruire un qualcosa insieme, partendo dall’ascolto. Giro l’Italia e questo mi consente di conoscere tantissime persone, storie e realtà. Tutto questo mi trasmette tantissima energia anche per svolgere attività di volontariato.
Parte fondamentale della mia vita è andare a cavallo. Una passione trasmessa da mio padre. Nel mondo dell’equitazione uomini e donne gareggiano insieme, questo mi ha portato a essere più spavalda. Non mi piace pensare a noi donne come una specie da proteggere. Ma per cercare di cambiare il giro alla giostra, forse, in alcuni frangenti, è necessario prevedere delle quote rosa. Così per riequilibrare un po’ le cose.
All’inizio di questa storia siamo partiti dicendo che l’Italia non è un paese per giovani, si legge infine nel focus di Human of Research. Sì, è necessario un cambio di paradigma ma l’aver conosciuto Giulia ci fa ben sperare che questo possa accadere, per farlo è necessario vedere la vita, lo studio e il lavoro come un percorso a ostacoli. Bisogna saltare, provarci e mai paralizzarsi.
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