Stiamo perdendo la storia della città dell’Aquila perché gli archivi che avrebbe dovuto proteggere e conservare l’amministrazione, restano abbandonati alle macerie e all’umidità di Palazzo Margherita e dei tanti uffici dove sono ammassati senza catalogazione, persi tra documenti storici, urbanistici, edilizi, anagrafici e della leva militare. Documenti unici, persi sotto la scure di amministratori ignoranti ed incapaci di capire che sono passati sei anni dal sisma del 6 aprile 2009, e che il patrimonio archivistico dimenticato nei primi piani del palazzo di città e al piano terra, se non sarà recuperato subito andrà perduto. Non è mai stato informatizzato ed è forse già andato. A inizio anno mi segnalarono che l’Archivio di Stato nella sede industriale di Bazzano non starebbe custodendo i preziosi documenti storici della città con temperature adeguate, gli archivi del Tribunale sono all’interporto di Avezzano sotto l’umidità, chi sa la Biblioteca provinciale che fine sta facendo, non c’è controllo, non sappiamo più chi sovrintende alla custodia generale degli atti mentre il declino che contraddistingue la pubblica amministrazione rende tutto normale, sarà solo routine, rispondere a chiunque farà delle ricerche o a qualsiasi cittadino che cerchi una sua pratica: abbiamo perso i documenti con il sisma. Non c’è mai stata una digitalizzazione, non è stata colta l’occasione per farla e men che meno si sta provvedendo al recupero cartaceo di ciò che resta abbandonato da sei anni in uffici distrutti, umidi e di certo visitati dai topi. Non c’è un inventario e non ce n’è traccia, una sciatteria gravissima per chi è in grado di comprendere che stiamo perdendo gran parte della storia aquilana che non potrà essere più recuperata. Non resterà traccia del passato antico e recente di un importante borgo medievale e del suo sviluppo, e non c’è non perché l’abbia travolto un terremoto, ma perché a seguito di un devastante sisma barbari amministratori non hanno ritenuto urgente e prioritario, recuperare subito il patrimonio cartaceo per salvarlo dal deperimento e consegnarlo alle generazioni future. Non può essere una città civile, una città che ha saccheggiato la propria anima così impunemente.