Continua la rimozione dei binari della metro di superficie, nel tratto che da via Manzoni conduce su via della Comunità Europea, nel quartiere di Pettino.
La demolizione delle infrastrutture avrà un costo totale di 700mila euro, completamente finanziata con fondi del bilancio comunale, interesserà 3,2 chilometri di strade, con le operazioni che riguarderanno anche via Amiternum.
È un giorno importante. Entra nel vivo un intervento per lo smantellamento di un’opera che rappresentava un elemento di pericolo per automobili e, soprattutto, mezzi a due ruote. Abbiamo investito risorse ingenti su un’arteria stradale strategica non solo per l’area in cui è localizzata ma anche per l’intera viabilità circostante, in cui insistono funzioni fondamentali come le scuole e l’ospedale regionale, commentano in una nota il sindaco Biondi e l’assessore Colonna.
Comincia quindi il crepuscolo di un’opera pubblica mai realizzata, dal percorso amministrativo più che accidentato, con una pioggia di ricorsi giudiziari ancora in itinere, che dovranno stabilire i diritti sulle pendenze economiche in essere.
Pensata nel 2002, la grande incompiuta ha scontato il vizio rilevato nella procedura dell’affidamento dei lavori, in project financing, alla concessionaria Cgrt dell’imprenditore Eliseo Iannini, che non avrebbe corso alcun rischio d’impresa ed anzi il Comune dell’Aquila gli avrebbe versato per trent’anni un canone annuo di un milione e mezzo di euro, per fargli recuperare l’investimento del 40%, mentre la gestione ed il rischio, se li sarebbe accollati un altro imprenditore.
Una concessione a dir poco particolare su cui intervenne la Corte di giustizia europea con una sentenza, con la quale configurò la violazione del diritto comunitario, proprio perché la Cgrt avrebbe dovuto vincere un appalto ed accollarsi ogni rischio, dunque la concessione di quei lavori non fu giudicata legittima.
A questa sentenza dovette attenersi il Comune dell’Aquila, annullando nel 2009 in autotutela, ogni atto relativo all’affidamento, altrimenti l’Ue avrebbe attivato una procedura d’infrazione contro l’Italia, la Cgrt impugnò subito l’atto, chiedendo un risarcimento danni al Tar che invece respinse in toto il ricorso della Cgrt.
Peraltro già una sentenza del Consiglio di Stato aveva vietato, nel 2008, il passaggio della metro su via Roma, per le vibrazioni nocive sui palazzi antichi. Oltre ai tanti numerosi snodi da chiarire come il pagamento dei vagoni o i continui ritardi che hanno sempre intralciato i lavori per finire la grande opera il cui capolinea, passando appunto su via Roma, avrebbe dovuto raggiungere i Quattro Cantoni.
La Cgrt aspetta il rimborso dei lavori già fatti, fallì miseramente una transazione cotta e mangiata che avrebbe chiuso l’amministrazione Cialente, liquidando l’impresa ancora prima di conoscere l’esito dei giudizi pendenti.
Le prime rotaie su viale Corrado IV sono state smantellate subito dopo il sisma per realizzare altri lavori, oggi si continua la rimozione a Pettino, quartiere dove insiste abbandonata, anche quella che avrebbe dovuto diventare la rimessa della tramvia su gomma mai nata.