La Cabina di coordinamento che gestisce il Fondo complementare al Pnrr per le Aree sisma 2009 e 2016, presieduta da Giovanni Legnini, commissario per la ricostruzione del Centro Italia, ha completato il 23 dicembre scorso, nel rispetto dei tempi previsti, la definizione del primo pacchetto di progetti del Fondo, relativi a “Città e borghi sicuri, sostenibili e connessi”, per un importo di 813 milioni di euro.
Altri progetti per 260 milioni di euro, per finanziare il treno a idrogeno tra Terni e Sulmona, la riqualificazione delle strade statali e delle stazioni Fs, per un importo di 260 milioni di euro, erano stati approvati dalla Cabina di Coordinamento nei giorni scorsi.
I nuovi interventi definiti riguardano il piano per la digitalizzazione dei due crateri, affidato ad Invitalia, e che vale 170 milioni di euro, la produzione di energia rinnovabile ed il finanziamento delle comunità energetiche locali, per 63 milioni di euro, la riqualificazione degli edifici pubblici, per 110 milioni di euro, per la realizzazione all’Aquila del Centro Nazionale del Servizio Civile Universale, per altri 60 milioni, le opere di rigenerazione urbana per 200 milioni di euro, la creazione dei depositi per la conservazione e il restauro dei beni culturali con uno stanziamento di 40 milioni, investimenti nel settore turistico, sportivo e culturale, con una dotazione di 110 milioni di euro, la sistemazione della rete delle strade comunali, con una spesa di altri 60 milioni di euro, sulla base degli elenchi trasmessi dalle Regioni, che saranno attuati in gran parte dai Comuni interessati. Vediamo i dettagli complessivi inseriti nelle quattro sottomisure:
Misura A.1 – Dal divario digitale all’Appennino “laboratorio intelligente” – 170 mln
Le aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 sono tra le meno “connesse” del Paese. La conformazione del territorio, in gran parte montuoso, la scarsa presenza di grandi insediamenti urbani, il progressivo spopolamento, hanno ostacolato lo sviluppo della banda larga in questi territori. Uno degli interventi più importanti finanziati con il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma sarà proprio l’innovazione digitale dell’Appennino centrale che, sfruttando una maxi rete di sensori, diventerà un laboratorio per l’applicazione pratica dei nuovi sistemi di gestione del territorio, dalla prevenzione e sicurezza sismica, all’ambiente, ai servizi per i cittadini.
La Misura A1 del Fondo stanzia 170 milioni di euro per potenziare innanzitutto gli impianti di base, con la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture a banda larga e ultralarga con un network di oltre 20 mila punti di accesso WiFi, per consentire l’accesso veloce a Internet a cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche. La realizzazione dell’intervento, che sarà complementare a quelli già avviati dai singoli Comuni e dalle Regioni, viene affidata ad Invitalia, che potrà avvalersi della controllata Infratel, e costerà 22 milioni di euro.
La parte più consistente delle risorse di questa misura, 145 milioni di euro, sarà assorbita dalla realizzazione dell’infrastruttura e dei sistemi di gestione dei servizi, grazie alle nuove tecnologie dell’IoT, l’internet delle cose, e dei sistemi di “blockchain”. Si prevede in particolare, l’installazione di 17 mila sensori negli immobili pubblici, nelle infrastrutture strategiche, e negli edifici che si stanno ricostruendo dopo il sisma.
Diventeranno strutture “parlanti”, in grado di comunicare in tempo reale i dati rilevati, utili per il monitoraggio sismico, per quello delle infrastrutture strategiche a fini di sicurezza e prevenzione, per il controllo delle macerie e dei rifiuti urbani, della qualità dell’aria e dell’acqua, per la gestione della mobilità, il controllo dei corsi d’acqua, il coordinamento delle reti elettrica e termina, la revisione delle tecnologie usate per il catasto, la riorganizzazione dei beni culturali, ed anche per il controllo dell’organizzazione dei cantieri della ricostruzione, per verificare il rispetto delle regole sul lavoro. I sensori trasmetteranno i dati ai terminali, dotati di sistemi telematici di gestione dei servizi, che saranno a disposizione delle autorità competenti, a cominciare dai Comuni. Anche questo intervento viene affidato a Invitalia, attraverso un’apposita convenzione.
Il pacchetto stanzia infine 3 milioni di euro per la realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale telematico, affidato a Fintecna, per sfruttare appieno tutti i nuovi dati che vengono raccolti e mettere a sistema le banche dati esistenti. Un Sistema Informativo Territoriale può svolgere una funzione strategica nell’ambito delle attività di programmazione, per gestire le norme e a supporto delle strategie decisionali, pianificare la gestione del territorio, coordinare gli interventi, a monitorare l’ambiente, salvaguardare e conservare il patrimonio artistico-culturale-naturale, analizzare il territorio, produrre cartografie e sviluppare modelli (simulazioni, distribuzioni).
Misura 2 – Edifici pubblici, e non solo, a impatto zero – 293 mln
La Misura A2 del Fondo complementare stanzia 268 milioni per l’efficienza energetica, uno degli obiettivi primari del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per una serie di interventi che, riducendo sensibilmente i consumi di energia da fonti non rinnovabili, contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale fissati dall’Unione Europea e dalle organizzazioni internazionali.
Il primo intervento, che vale 100 milioni di euro, riguarda l’efficientamento energetico, la rifunzionalizzazione e la mitigazione delle vulnerabilità sismiche degli edifici di proprietà del Demanio e dei Comuni. Sono stati individuati circa 180 immobili pubblici da ristrutturare nelle quattro regioni del cratere 2016 e nel cratere 2009 dell’Aquila, come le sedi municipali, case di riposo, edifici che ospitavano scuole, caserme ed ospedali, palestre, mattatoi, castelli, molti dei quali da riqualificare anche dal punto di vista dell’utilizzo.
Altri 60 milioni di euro sono stati destinati al progetto di realizzazione, all’Aquila, del Centro Nazionale del Servizio Civile Universale, destinato all’accoglienza, alla residenza e alle attività di formazione dei docenti e dei formatori, che a regime accoglierà 2.500 volontari, formati per le attività di servizio al territorio. Il piano si coniuga con il processo di rigenerazione e rivitalizzazione urbana, sociale e culturale della Città dell’Aquila, e si basa sul riutilizzo e la rifunzionalizzazione delle abitazioni di emergenza realizzate dopo il sisma 2009 (Progetto C.A.S.E.) e del complessivo patrimonio immobiliare comunale. Dall’istruttoria, svolta congiuntamente dal Comune dell’Aquila e dall’USRA, a partire dallo studio condotto da Formez nel 2021, risultano oggi già disponibili circa 150 alloggi
ubicati nelle località SANT’ELIA 1/2 – BAZZANO – PAGANICA SUD – PAGANICA 2.
Ci sono, poi, altri 63 milioni di euro per la creazione di nuovi impianti di produzione di energia pulita e il sostegno allo sviluppo delle comunità energetiche locali, un sistema grazie al quale i cittadini possono condividere l’uso dell’energia pulita prodotta da ciascuno di loro essenzialmente con i pannelli fotovoltaici.
Al GSE, il Gestore del Servizio Elettrico Nazionale, sono affidate le analisi, gli studi e le attività di indagine necessarie per la redazione di uno o più bandi per l’assegnazione delle risorse economiche oggetto della misura a soggetti pubblici o privati per pianificare, progettare e realizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili, anche abbinati a interventi di efficienza energetica grazie alla condivisione dell’energia elettrica o termica. Il GSE fornirà anche il supporto tecnico e giuridico ai territori per la creazione delle comunità energetiche locali, anche nell’ottica delle reti tra comunità energetiche, per la condivisione dell’energia elettrica da fonti pulite. Ciò, a vantaggio di cittadini e imprese nei Comuni al di sopra dei 5.000 abitanti, alle associazioni di comuni e, per i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti integrando gli interventi per le comunità energetiche previsti e finanziati dal PNRR nazionale attraverso costanti interfacciamenti con il Ministero della transizione ecologica.
I bandi, che saranno pubblicati nel corso del primo semestre del 2022, copriranno in tutto o in parte le spese di investimento per la realizzazione degli impianti e la costituzione anche sul piano giuridico delle configurazioni di condivisione dell’energia, inclusi i costi connessi agli studi di fattibilità. L’affidamento include anche le analisi del territorio finalizzate a verificare la sostenibilità economica ed ambientale dell’installazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica e termica da rinnovabili, come le condizioni per realizzare mini centrali idroelettriche, installare pensiline fotovoltaiche in aree parcheggio di zone industriali o di centri commerciali, turbine eoliche, impianti di geotermia.
Misura 3 – Rigenerazione urbana e territoriale – 325 mln
La misura A3 ha a disposizione 325 milioni di euro ed è articolata in tre linee di intervento, che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità di servizi, spazi e sottoservizi dei Comuni, la cosiddetta rigenerazione urbana, oltre che di implementare l’offerta culturale e turistica sotto vari profili: ad esempio finanziando i cammini, la creazione di Depositi per i beni culturali e progetti di rifunzionalizzazione delle Sae inutilizzate.
La prima linea è dedicata alla Rigenerazione urbana stanzia una prima tranche di risorse con 200 milioni di euro per i progetti proposti dai Comuni dei due crateri, che saranno successivamente integrati, sulla base del danno da sisma, con 300 milioni per il 2009 (fondi della Struttura di missione) e con 400 milioni della contabilità speciale del Commissario per il sisma 2016.
La tipologia di intervento varia da Comune a Comune, dato che le amministrazioni locali hanno avuto la possibilità di proporre progetti a seconda delle proprie necessità, anche se in molti casi si tratta di recupero o creazione di aree verdi, di rinnovamento di arredi urbani e pavimentazioni, del recupero di edifici e della creazione di snodi per incrementare la cosiddetta mobilità dolce, che si tratti di nuovi camminamenti nei centri storici o di parcheggi di snodo.
Alla base dell’ammissibilità dei progetti (che vanno dall’impianto di risalita meccanizzato per collegare il centro storico di Acquasanta alla zona termale, fino alla riqualificazione urbana e infrastrutturale di aree o intere frazioni (come a Visso e Spoleto), passando per il recupero di un ex depuratore (Amatrice) o di antichi castelli come a Caldarola), ci sono il principio di ecologia e la proprietà pubblica (o in fase di acquisizione al patrimonio pubblico) dei luoghi oggetto di investimento.
La seconda linea di intervento assegna circa 38 milioni di euro per la realizzazione di tre centri per il deposito ed il restauro dei beni culturali recuperati dal sisma, e per i Musei dell’Aquila. Il deposito per il Lazio sarà realizzato a Rieti, per un importo complessivo di 9,77 milioni di euro; per l’Umbria la sede sarà il comune di Spoleto, con un investimento di 9,75 milioni, per le Marche si è scelta la sede nel territorio di Camerino, finanziata con 9,9 milioni. In Abruzzo si interverrà sul Castello cinquecentesco dell’Aquila con 8 milioni, mentre il Comune dell’Aquila realizzerà con 2 milioni il ‘Museo interattivo della Perdonanza Celestiniana’.
L’ultima linea di intervento ha a disposizione 100 milioni per l’implementazione di cammini culturali, tematici e storici; interventi di rifunzionalizzazione delle Soluzioni abitative di emergenza (Sae) per fini turistici, nel momento in cui saranno lasciate dagli attuali occupanti e, infine, per interventi di ammodernamento e messa in sicurezza di impianti sportivi, ricreativi e di risalita.
Gli elenchi degli interventi sono stati proposti dalle Regioni anche in base alle particolari vocazioni del territorio e in un’ottica di sistema che abbracci il turismo legato alla montagna e allo sci ed il turismo lento, che attraversa borghi e natura in tutte le stagioni dell’anno, a piedi o in bicicletta. Percorsi diversi tra loro ma comunque interconnessi e con l’obiettivo di creare nuove occasioni di lavoro e di sviluppo sia per chi abita già in queste zone sia per chi vorrebbe trasferirsi in futuro.
Misura 4 – Infrastrutture e mobilità – 335 mln
Le zone dell’Appennino centrale hanno sofferto storicamente di una carenza di collegamenti, dovuta anche alla particolare configurazione del territorio, attraversato dalle montagne che separano nettamente regioni, vallate e comuni. La Misura A4 nasce dall’esigenza, rappresentata da Regioni e Sindaci, di intervenire a più livelli sia sulle strade comunali e statali che sulla rete ferroviaria (stazioni comprese), cogliendo l’occasione per mettere in campo le tecnologie più recenti che consentono un minore impatto ambientale e una possibilità di sviluppare nuove fonti energetiche verdi sul territorio.
Tra le prime due Ordinanze attuative firmate il 17 dicembre c’è proprio quella dedicata al potenziamento e la riqualificazione delle principali stazioni ferroviarie del cratere sismico, per un importo di 33,5 milioni di euro. Rete Ferroviaria Italiana, che investirà con propri fondi altri 18,3 milioni di euro, dovrà eseguire gli interventi. I lavori di miglioramento riguarderanno le stazioni di Teramo, L’Aquila, Ascoli Piceno, Fabriano, Macerata, Tolentino e Tolentino Campus, Rieti, Antrodoco, Spoleto e Baiano di Spoleto.
Per le strade statali che attraversano le quattro Regioni sono stati stanziati 177 milioni di euro, 140 dei quali per l’esecuzione dei lavori e 37 per la progettazione di nuovi interventi. Questi ultimi, grazie all’intesa raggiunta con il Ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, saranno finanziati con rilevanti risorse aggiuntive nell’ambito del nuovo Contratto di programma con l’ANAS, che è il soggetto attuatore delle opere di ripristino della rete stradale dopo il sisma. I primi cantieri riguarderanno la SS 4 Salaria, la SS 260 Picente tra L’Aquila e Amatrice, la SS 78 tra Belforte, Sarnano e Amandola, la SS 210 Amandola-Servigliano, la SS 685 Tre Valli Umbre tra Borgo Cerreto e Vallo di Nera. Gli interventi in progettazione riguardano invece altri tratti della Picente e della SS 78, il collegamento tra Teramo e Ascoli, la Tre Valli Umbre tra Spoleto e Acquasparta.
Un altro intervento, previsto dall’Ordinanza già firmata il 20 dicembre, riguarda il treno a idrogeno, a zero impatto ambientale, nella tratta tra Terni, Rieti, L’Aquila e Sulmona. Il progetto, che prevede anche la realizzazione di tre impianti in Lazio, Umbria e Abruzzo per la produzione di idrogeno “green” destinato al treno, ma anche all’alimentazione del trasporto locale ed extraurbano su gomma, fondi per la progettazione e per l’acquisto del materiale rotabile, è finanziato con 50 milioni di euro. A questi si aggiungeranno altri 59 milioni di euro dal bilancio del Ministero delle Infrastrutture, per l’acquisto di nuovi treni a idrogeno, grazie all’intesa con il ministro Enrico Giovannini, che ha sostenuto il progetto, insieme a Rete Ferroviaria Italiana, Rfi sia per l’impatto positivo sull’ambiente, che per la riduzione dei tempi di intervento per il miglioramento della tratta, che avrebbe dovuto essere elettrificata. Per il collegamento ferroviario a idrogeno, affidato a Rete Ferroviaria Italiana, è prevista la messa in esercizio nel 2027. La linea Terni-Sulmona, che passa per Rieti e L’Aquila, è un’importante dorsale tra Lazio, Umbria ed Abruzzo e si snoda per un percorso di 163 km, a binario semplice e operata da locomotori a trazione diesel. La realizzazione del collegamento a idrogeno permetterà, oltre all’abbattimento totale delle emissioni inquinanti, un consistente rafforzamento dell’offerta di trasporto sulla tratta Terni-Sulmona, e completa gli interventi per la mobilità ferroviaria nei territori del cratere sisma già previsti dal PNRR nazionale con il rafforzamento dei collegamenti Orte-Falconara e Roma-Pescara.
Il commissario Legnini ha firmato le prime due ordinanze che attuano i piani per la digitalizzazione e per l’efficienza energetica, dopo l’intesa con il Capo della Struttura di missione Aquila 2009, Carlo Presenti, e i presidenti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, gli altri provvedimenti saranno varati subito dopo Natale.
Per il 30 dicembre è stata convocata una nuova riunione della Cabina di coordinamento, della quale fanno parte anche il Capo Dipartimento Casa Italia, Elisa Grande ed i rappresentanti dei sindaci, per approvare entro i termini stabiliti dalla legge i progetti della seconda misura del Fondo complementare, che valgono 800 milioni di euro, destinati in gran parte al sostegno dei nuovi investimenti delle imprese dei due crateri.