La rete europee delle città creative promosse dall’Unesco nel 2004, ha messo insieme realtà urbane simili per vocazioni e specificità, per promuovere sviluppi sostenibili e ripresa. Un nuovo modo di fare economia attraverso la musica, la letteratura, la folk art, il design, le media arts, la gastronomia e il cinema per un’industria della cultura in cui credere. All’Aquila lo consigliò anche l’Ocse, sarebbe stato utile agganciarsi a quanto di più nuovo offrivano le realtà europee, così da coniugare la storia di una città antica con l’innovazione contemporanea e sostenibile nei luoghi di lavoro, in particolar modo quelli pubblici, molto diffusi in centro storico prima del sisma del 2009. In Italia nella rete della creatività è entrata Bologna per la musica e Fabriano per la folk art, siamo però assenti nella letteratura, media arts, gastronomia e cinema. Il cinema avrebbe dovuto ispirare qualcosa all’Aquila, la città delle prime cinematografiche della Biennale di Venezia per decenni, che ha però perso l’anima di una cultura vera, probabilmente morta quarant’anni fa. La città di Macerata ha iniziato l’iter per sostenere la candidatura a città creativa dell’Unesco per il settore media arts, una candidatura votata e sostenuta dal Consiglio comunale lo scorso gennaio, dopo aver riaperto Palazzo Buonaccorsi con i musei civici in una sede in cui l’arte tradizionale, comunica e si diffonde attraverso strumenti innovativi e tecnologici. L’amministrazione ha visto nella rete delle città creative una vetrina globale, mirando ad affiancare realtà vive come Dakar, Sapporo, Lione e Telaviv per un nuovo sviluppo economico. Un futuro in cui poter investire davvero. Lo scorso dicembre Torino è diventata città creativa Unesco per il design, convincendo la giuria per l’innovazione che ha saputo portare nel design d’arredamento, cibo, comunicazione e sviluppo urbano entrando a far parte della rete strategica dei 69 centri creativi selezionati in questi anni. Prossimo confronto della rete creativa sarà in Giappone a maggio, a Kanazawa, dove Torino giocherà la carta delle collaborazioni internazionali, cercando idee e risorse da portare a casa, oltre a promuovere la propria creatività in termini produttivi.