Alessandro Melis cura il progetto Padiglione Italia nell’ambito della 17a Mostra Internazionale di Architettura, che aprirà a Venezia sabato 22 maggio.
Il Padiglione Italia sarà organizzato in 14 sotto comunità, come laboratori operativi, centri di ricerca o casi di studio, per riflettere sullo stato dell’arte della resilienza urbana in Italia e nel mondo e su metodologie, innovazione e ricerca attraverso sperimentazioni interdisciplinari tra architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina, è emerso nell’incontro con la stampa.
Ci sarà anche il padiglione a impatto quasi zero grazie ai materiali della 58a Esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia che saranno reimpiegati. Il riciclo di materiali e la riduzione di CO2, garantiti dal prolungamento del loro ciclo di vita, sono solo un esempio delle innumerevoli opportunità offerte all’architettura ecologica e circolare, spiega Alessandro Melis.
Al centro c’è ancora una volta il ruolo dell’architetto, capace di migliorare la qualità della vita delle persone e di rispondere ai mutamenti ambientali e sociali del nostro tempo, in linea con il percorso di Mario Cucinella nel 2018, e con proposte utili a riqualificare aree urbane, periferie e aree interne del nostro Paese. Secondo le intenzioni del curatore, il Padiglione Italia 2021 dovrà mostrare come interagiscono le comunità e con quali strategie riusciranno/potranno vivere i cambiamenti climatici.
La visita tradizionale sarà sostituita, nella Biennale come nel Padiglione Italia, dall’aspetto esperienziale e immersivo, privilegiando forme espressive legate alla graphic novel, al gaming, in toni e modalità di ispirazione cyber punk, per attrarre un pubblico sempre più vasto.
I supporti multimediali racconteranno dei progetti selezionati, riducendo al minimo mezzi espressivi e di comunicazione classici.
La reti diffuse delle comunità sul territorio nazionale e internazionale saranno come reti neuronali che incroceranno il Padiglione Italia attraverso mezzi multimediali, spiega ancora Melis. Prendendo spunto dalla biologia dell’evoluzione, che considera la capacità della natura di evolversi e adattarsi ai cambiamenti e alle sfide che affronterà nel suo percorso, l’architettura si smembra in una serie di sezioni, che assorbiranno il visitatore lungo l’intero tragitto.