E’ proprio nei momenti più aspri e difficili che il bisogno dell’arte e della cultura si fa più avvertito, per la loro capacità di generare energie fondamentali per il nostro vivere individuale e collettivo, così il capo dello Stato, Sergio Mattarella, racconta il progetto ‘Quirinale contemporaneo’, nato nel giugno 2019, con lo scopo di inserire l’arte e il design contemporanei, straordinaria espressione della vitalità creativa italiana durante gli anni della Repubblica, nel contesto più tradizionale delle sedi presidenziali.
È sembrato importante proseguire nella valorizzazione dei talenti e delle eccellenze nazionali, sostenendo l’immagine del miglior estro italiano e rafforzando la consapevolezza del valore della nostra storia, nella quale passato e presente convivono senza flessioni e innervano il senso condiviso della nostra identità, prosegue il presidente della Repubblica, introducendo le 71 nuove acquisizioni per il 2020. Ringrazio quanti hanno voluto aderire all’iniziativa, rendendosi in questo modo partecipi della rappresentazione di una parte rilevante del nostro più recente percorso artistico. Ciò appare tanto più significativo in un anno in cui l’emergenza epidemiologica costringe l’intero Paese ad affrontare sfide drammatiche di non comune complessità. Sono fiducioso che, tenendo a mente le nostre radici e tra queste il genio artistico italiano, ammirato in ogni parte del mondo, potremo contribuire, tutti insieme, a dare ulteriore slancio e solidità al futuro del Paese.
Quirinale contemporaneo è quindi alla sua seconda fase con l’esposizione di 71 nuovi lavori, di cui 38 opere d’arte concesse gratuitamente dagli artisti, dagli eredi o dalle fondazioni che li rappresentano e 33 oggetti di design donati dalle aziende che li realizzano.
L’esperienza di Quirinale contemporaneo, si legge nel progetto, ha avvalorato l’idea che l’arte attuale possa serenamente confrontarsi con la storia e che le opere contemporanee possano essere valorizzate anche al di fuori di ambienti neutri o spazi bianchi, perfino in un involucro architettonico prezioso e senza il bisogno di fare tabula rasa o di un allestimento estraniante.
La selezione del 2020 conta 38 opere d’arte, che si aggiungono alle 37 già acquisite, realizzate da 22 artisti, tre dei quali presenti anche nella prima fase.
Nel progetto, le correnti più significative del panorama culturale italiano dal secondo dopoguerra. Ci sono esponenti del gruppo Forma, del Movimento arte concreta, del Fronte nuovo delle arti, del gruppo degli Otto, del gruppo T, dell’arte povera, della pop art, del gruppo di Scicli; ma anche artisti aderenti alle neoavanguardie o riconducibili all’iperealismo, all’informale, all’arte concettuale, all’arte ottica e cinetica, al minimalismo e all’arte ambientale. Le opere sono eterogenee, astratte o figurative, e comprendono dipinti, quadri estroflessi, sculture e installazioni.
Nel rispetto della preesistenza, secondo i criteri già definiti, a ciascun artista è stata riservata una sala. Il coinvolgimento nel progetto della tenuta presidenziale di Castelporziano, inoltre, ha permesso l’acquisizione di lavori monumentali e la realizzazione di opere d’arte ambientale.
Tre artisti hanno voluto creare opere specifiche per l’iniziativa. Mario Ceroli, immergendosi nella storia di Castelporziano, ha contestualizzato la sua maestosa scultura equestre disegnando e costruendo un immenso tappeto di ciottoli e mattoni, che riempie l’antica cornice musiva romana, facendole eco. Sempre nella tenuta presidenziale di Castelporziano, Michelangelo Pistoletto ha stretto un profondo legame con la natura del territorio, concependo un Terzo Paradiso fatto di essenze vegetali autoctone. Emilio Isgrò, ispirato dall’istituzionalità del Palazzo del Quirinale, ha avviato precise riflessioni sulla storia e sull’attualità che lo hanno spinto a offrire alla Presidenza della Repubblica un lavoro intensamente simbolico: la cancellazione delle leggi razziali.
Negli spazi esterni del Quirinale sono stati collocati un secondo Leone di Davide Rivalta e tre Semi della Pace di Pinuccio Sciola; al piano nobile, le opere di Giulio Paolini e Michelangelo Pistoletto, emblematiche del sostanziale rapporto con la tradizione, e le sculture di Leoncillo Leonardi e Marisa Merz; nelle Sale Rosse, i dipinti di Gastone Novelli e di Guido Strazza. Attraversando l’ala occidentale del Palazzo, dalla sala del Balcone fino a quella di Ercole, si possono ammirare in una mirabile sequenza espositiva i lavori di Piero Manzoni, Mario Ceroli, Alberto Burri, Emilio Isgrò e Piero Dorazio, che nelle sale assurgono involontariamente al ruolo di protagonisti, spiega ancora il progetto. La colonna di Guido Strazza e le nature morte di Luciano Ventrone vivacizzano la Palazzina del Fuga, mentre a Castelporziano si trovano anche la foto di Massimo Listri, che campeggia nel Museo Archeologico, e il Cavallo in alluminio di Davide Rivalta, che spicca tra i trofei di caccia imbalsamati.
Lo scorso anno, in occasione della festa del 2 giugno, 33 oggetti di design sono saliti al Colle, per trovarvi una fissa dimora. Sistemati con discrezione in molti ambienti, per renderli più confortevoli, migliorarne l’illuminazione o completarne l’arredo, questi oggetti, mobili e lampade, hanno innescato un processo di trasformazione della sede della Presidenza della Repubblica. Introducendovi le logiche dell’abitare contemporaneo, gli oggetti di design hanno allontanato il Palazzo del Quirinale dalla tradizionale idea di museo, restituendo un’immagine sempre più vicina a quella di casa degli italiani.
Sono stati scelti solo oggetti realizzati da aziende italiane, ancora in produzione, con l’intento di presentare le figure italiane di spicco nella storia del design, che hanno reso il made in Italy famoso nel mondo.
Ciascuna delle 33 opere è stata selezionata per integrare armoniosamente l’arredo o migliorare la funzionalità delle sale: parecchie lampade a basso consumo, ad esempio, hanno sostituito apparecchi obsoleti o integrato la luce esistente.
Due opere di design sono state realizzate appositamente per il progetto, Giorgio Armani ha dilatato il tappeto Croquis per adattarlo alla grande sala del Belvedere Superiore sul Torrino del Quirinale, mentre Adolfo Guzzini ha studiato un’illuminazione che valorizza la Scala del Mascarino. Vanno infine ricordate le opere di Umberto Asnago, Rodolfo Dordoni e Matteo Thun, che hanno reso più funzionali lo studio del Presidente e quello del Segretario generale; il tavolo di Paolo Portoghesi, che troneggia nella Sala della Musica, e la panca Brera di Guglielmo Ulrich, allineata con il colonnato della Loggia d’Onore.
Sul sito del Quirinale è possibile intanto fare un tour virtuale.