Sit-in nel sito dove Snam vuole realizzare la centrale, da cui partirebbe l’inutile gasdotto Sulmona-Foligno. Consumi già in calo e ulteriori tagli nel futuro: perché insistere su opere fossili? Profitti incredibili dalle bollette per anni. Nel dossier Snam Affair tutti i dati.
I consumi di gas sono in calo, da 86 miliardi di mc del 2005 ai 74 del 2019. Dobbiamo tagliare fino a raggiungere 59 miliardi di mc nel 2030 secondo il timido Piano Clima Energia del Governo per affrontare la crisi climatica. Gli interventi fossili come la centrale di Sulmona e il gasdotto Sulmona/Foligno però vanno avanti. Opere che hanno una vita tecnica di 50 anni; nel 2070 andremo avanti ancora con le fossili?
Per contrastare queste scelte incongrue e ingiustificate stamattina a Sulmona si è svolto un sit in nel sito di Case Pente, dove dovrebbe sorgere la centrale.
È l’ultima tappa della carovana No Hub del Gas che ha visto iniziative in 5 Regioni dell’Italia centrale, Lazio, Molise, Umbria, Marche e Abruzzo.
Per l’occasione sono arrivati in bicicletta anche dal Molise gli attivisti Discoli del Sinarca che lottano contro un grande stoccaggio gas che vorrebbero realizzate nell’ambito della deriva fossile che continua imperterrita.
Dati ufficiali alla mano abbiamo dimostrato con il dossier Snam Affair (scaricabile qui: https://fuoridalfossile.wordpress.com/2020/09/03/snam-affaire-il-dossier-sul-gas-in-italia/) che tutte queste opere inutili sono promosse solo per veder garantiti enormi profitti certi ai proponenti, caricando costi e guadagni sulle bollette degli italiani, con remunerazione del 7,2% annua e rimborso delle spese finanziarie a tassi inverosimili (5,3% annuo).
La crisi climatica impone scelte diverse, verso rinnovabili, diminuzione dei consumi ed efficienza.
*Coordinamento No hub del gas
Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua