Oltre il 90% delle librerie ha segnalato un peggioramento dell’andamento economico della propria attività a causa dello scoppio dell’emergenza sanitaria e oltre l’84% delle imprese è in difficoltà nel riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, pagare i propri dipendenti, far fronte al pagamento di bollette e affitti, sostenere gli oneri contributivi e fiscali. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Ali 2020, Associazione Librai Italiani, che aderisce a Confcommercio, in collaborazione con l’istituto demoscopico Format Research alla luce della crisi generata dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus, così come riportato da AgCult.
Oltre il 70% delle librerie ha dichiarato di avere adottato la cassa integrazione e il 60% delle imprese ha ridotto o prevede di ridurre il proprio personale. Il 27% delle librerie ha iniziato ad utilizzare o ha intensificato l’utilizzo del commercio elettronico.
Le librerie in Italia sono 3.670 e occupano oltre 11 mila addetti. Circa il 25% delle librerie è localizzata al Nord Ovest, il 18% al Nord Est, il 26% al Centro ed il 31% al Sud Italia. Lazio, Lombardia e Piemonte sono le prime tre regioni per numero di librerie in Italia. Nel 2012 in Italia esistevano 3.901 librerie oggi ne esistono 3.670 (c’è stata una diminuzione di 231 librerie nel corso degli ultimi cinque anni). Le librerie danno lavoro a oltre 11 mila occupati in Italia (di cui il 42,7% opera in imprese con classe dimensionale superiore ai nove addetti). Tra gli addetti che lavorano nelle librerie: il 39,2% opera in librerie del Nord Ovest, il 19,9% nel Nord Est, il 23,5% nel Centro e il 17,4% al Sud.
In Italia le imprese sono oltre tre milioni, di cui quelle del commercio al dettaglio sono circa 597mila; tra queste, 3.670 sono librerie. Considerando anche le unità locali, in Italia esistono oltre 4.300 imprese del commercio al dettaglio di libri nuovi e di seconda mano.
L’ultimo dato disponibile mostra un decremento di 231 librerie rispetto a 5 anni prima.
Il 22% delle librerie in Italia possiede un proprio sito web, in prevalenza nelle regioni del Nord Ovest dove sono maggiormente concentrate le grandi catene commerciali. La percentuale aumenta al 53% considerando le imprese che possiedono una pagina sui social o una vetrina sui principali marketplace.
Sei librerie su dieci ritengono che la figura del libraio sia il vero punto di forza della libreria per la sua capacità di fare da consulente al consumatore, consigliare i libri e diffondere cultura. Tra le librerie che ritengono che la figura del libraio sia il vero punto di forza della libreria, il 95,5% ritiene che la propria libreria riesca a tradurre tale presenza in un vantaggio economico. In difficoltà le librerie indipendenti in merito all’assortimento dei libri: il 62,8% non riesce a mettere a disposizione dei consumatori un assortimento aggiornato.
Sul totale dei costi di gestione che le librerie indipendenti hanno sostenuto nel corso dell’ultimo anno, il 57,4% sono stati per spese incomprimibili come affitti e utenze. Solo l’8,4% delle librerie indipendenti ha chiesto credito negli ultimi mesi. Di queste, il 72,7% ha ottenuto una risposta positiva, il 58,7% si è vista accolta interamente la domanda, il 14% si è vista concedere un ammontare inferiore a quello desiderato.
Tra i canali della distribuzione libraria dei quali le librerie soffrono maggiormente la competizione il commercio elettronico rappresenta quello più temuto e lamentano l’assenza di regolamentazione del mercato e della concorrenza (66,1%).
Il 29% delle librerie ha indicato i mesi di aprile, maggio e giugno come i peggiori in merito alla capacità di far fronte al fabbisogno finanziario. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali ha mitigato gli effetti negativi dovuti alla pandemia: tuttavia le librerie temono che nei prossimi mesi avranno grandi difficoltà per poter pagare i dipendenti. Giugno 2020 rappresenta nel sentiment delle librerie, il periodo peggiore dall’inizio della crisi, le librerie hanno un immediato bisogno di contributi a fondo perduto e di un piano per il rilancio del settore.
Durante l’emergenza sanitaria, il 27% circa delle librerie ha iniziato ad utilizzare l’e-commerce o ad intensificarlo, il 53% ha utilizzato i canali tradizionali e il 20,3% non ha attivato nuovi canali di vendita. Tre su dieci hanno intensificato le consegne a domicilio. Tra le librerie che hanno utilizzato per la prima volta l’e-commerce o lo hanno intensificato: l’89% ha utilizzato il proprio sito, il 76% la propria pagina sui social. Tra le librerie che hanno iniziato a utilizzare/intensificare l’e-commerce, l’86,1% ritiene che le soluzioni adottate durante la pandemia potrebbero diventare permanenti. La sperimentazione legata alle vendite online si è mostrata una scelta positiva, le librerie hanno intenzione di continuare ad utilizzarle, il 60,1% attiverà in modo strutturato il commercio elettronico.
Al contempo sono cresciuti i lettori. Durante il lockdown il 62,6 per cento della popolazione, 64,5 per cento uomini, 60,8 donne, ha letto libri, riviste, quotidiani, ecc., a fronte del 29,6 per cento rilevato nell’ultima indagine sull’uso del tempo. Il 39,7 per cento ha letto libri, quotidiani o altro on line o su supporto digitale, il 34,6 per cento su supporto cartaceo. In una giornata della Fase 1, la lettura emerge come una di quelle attività alle quali si è riusciti a dedicare più tempo durante il lockdown, sia online, 46,7 per cento, che su carta, 39,8 per cento. Lo rileva il Rapporto Istat 2020.
Dal 2010, anno di picco della quota dei lettori, al 2019, la quota di lettori è scesa dal 45,2 per cento al 38,4 per cento, sul totale della popolazione di 18 anni e più, con un calo che ha toccato in particolare la fascia di età tra i 35 e i 64 anni, oltre a bambini e adolescenti.
La lettura di libri ha interessato, in un giorno medio, il 26,9 per cento della popolazione di 18 anni e più, con una quota maggiore di donne, 30,8 per cento contro 22,7 per cento per gli uomini e di giovani fino a 34 anni, 32 per cento. La lettura di e-book e/o libri online ha riguardato il 7 per cento della popolazione soprattutto giovani, due terzi dei quali donne.
Più diffusa la lettura di quotidiani. Quattro persone su 10 hanno letto almeno un quotidiano su supporto digitale o cartaceo, pratica diffusa più tra gli uomini che tra le donne, nelle regioni del Centro-Nord del Paese più che nel Mezzogiorno, circa il 43 per cento contro il 36,7 per cento. Ha letto quotidiani on line circa un terzo della popolazione di 18 anni e più (32,3 per cento), solo 1 persona su 10 cha letto quotidiani cartacei. La lettura di giornali on line è scelta più spesso dagli uomini, da giovani e adulti. Non si osservano differenze di genere sui quotidiani cartacei, la cui lettura è però più diffusa tra le persone di 65 anni e più.