Spillover o Salto di specie è il libro di David Quammen del National Geographic, con cui spiegava, nel 2014, come le migliaia di pipistrelli delle grotte della Malesia o della foresta pluviale del Congo, sarebbero stati i veicoli delle future pandemie umane. E il virus è arrivato dal pipistrello all’uomo con un passaggio intermedio nel pangolino o in una varietà di serpenti in uno dei mercati orientali di animali vivi. Anche un disboscamento massiccio, come quello in Guinea, nel 2014, può aver scatenato l’ebola, a causa della migrazione dei pipistrelli verso le zone urbane e antropizzate.
E nella Giornata della Terra, Quammen, diventa essenziale come il suo libro che va a ruba.
Invadiamo le foreste tropicali e i paesaggi selvaggi che ospitano piante, animali e virus sconosciuti. Tagliamo alberi, mettiamo animali in gabbia e li spediamo nei mercati cittadini. Distruggendo gli ecosistemi, liberiamo i virus dai loro ospiti naturali. Sì, il coronavirus e le pandemie di questi anni sono il frutto delle nostre azioni, per lo scrittore, che avvisa che ce ne saranno altre di pandemie, e che questi virus una volta liberati devono trovare nuovi ospiti. Che siamo diventati noi umani.
Per lo scrittore americano il pipistrello Covid potrebbe essere stato appollaiato in una grotta, catturato per il mercato di Huanan nella città di Wuhan, tenuto in gabbia accanto ad altri animali in vendita, il virus è quindi saltato in un altro animale, l’ospite in cui è avvenuta la prima mutazione, che è stato poi mangiato e così il virus è stato trasmesso all’uomo aprendo al contagio.
Esploso in una pandemia globale che ha superato i 2milioni e mezzo di malati conosciuti e quasi 200mila casi certi di persone decedute.
E più rompiamo equilibri ed ecosistemi e più questi virus terribili ci cercheranno, diventando l’uomo, una ghiotta opportunità. E’stato così in Arabia Saudita nel 2012, con l’ebola africana nel 2014, oggi il Covid dalla Cina. Ci saranno altre pandemie? Questi casi di zoonosi, cioè di malattie infettive degli animali che si trasmettono all’uomo diventeranno più frequenti e pericolose se la popolazione umana, il consumo e la distruzione degli ecosistemi selvatici continueranno a crescere. Per lo scrittore giornalista è una possibilità concreta, e noi non siamo preparati.
Nel libro si narra del prossimo grande virus che ci contagerà e che potrebbe essere terrificante. L’unico argine è alimentare e sostenere massicciamente la ricerca, per studiarli, capirne le mutazioni e generare nuove terapie, ma sono questioni di cui la politica dovrà farsi carico seriamente. Ci riuscirà? Non è detto.
Noi cittadini siamo tuttavia responsabili, tutti, non solo chi frequenta mercati cinesi, lo siamo con le nostre scelte, con le cose che mangiamo, con le cose che consumiamo e quali ambienti distruggiamo. Senza radicali cambiamenti ai nostri stili di vita, il futuro non sarà migliore e questo che viviamo non sarà solo un terribile incubo da dimenticare ma appena l’inizio.