La ripresa economica post sisma è stata agganciata ad un 5% delle risorse della ricostruzione da destinare a progetti di sviluppo. Finora 100milioni di euro gestiti da Roma, di cui non sappiamo praticamente più nulla ed anzi, con la proposta della nuova legge, quel 5% voluto dall’allora ministro Barca rischia di scendere al 4%. I 15milioni per la ripresa del Gran Sasso, ce li avrebbero dati solo se a gestire gli investimenti fosse stata Invitalia spa, partecipata di Stato, che avrebbe dovuto accompagnare la società di gestione pubblica, il Centro turistico, verso la privatizzazione, ma non è mai entrata e quei soldi sono fermi, lasciando all’angolo qualsiasi iniziativa in loco o imprenditoriale. C’erano poi 19milioni per i progetti innovativi, Smart&Start, ma i giovani non sanno dove mettere le mani, non sanno cosa inventarsi e così finora sarebbero arrivate 16 domande soltanto da finanziare, e non sappiamo quanto reggeranno il mercato nel tempo. La fetta da dedicare alle produzioni tipiche non è mai partita, in particolar modo il cratere, ha progetti pronti da qualche anno ma non se ne sa più niente. All’inizio aveva provato a metterci mano Aielli con l’Ufficio speciale, ma il coordinamento romano creato per decidere sui finanziamenti, in cui sedeva anche Invitalia, si riuniva raramente, molti in loco, pensano lo facciano apposta così da disincentivare il territorio a spendere lasciando quelle risorse intatte. Anche in quel caso Invitalia, beccava delle percentuali sui progetti da prendere in esame. Ha preso il 4% anche sui 90milioni di euro di agevolazioni concesse a piccole e medie imprese del cratere, la zona franca aquilana, più o meno 20mila euro ciascuna, per un totale di circa 3milioni e sei di euro incassati senza neanche controllare che quelle aziende ne avessero diritto, tant’è che oggi, che il Ministero dello sviluppo economico ha deciso di fare dei controlli a campione su quelle aziende, entro il 31 dicembre 2015, Invitalia spa torna a prendere percentuali per il sostengo che porterà a tali indagini. Peccato che in tutto questo giro vertiginoso di percentuali, esami, controlli e decisioni romane, il territorio non riesca ancora a respirare per trovare almeno la via della ripresa economica. Quelle risorse sono del cratere.