La Corte d’Assise di Chieti ha assolto i 19 imputati della Montedison dal reato di disastro ambientale, per la mega discarica di Bussi, i pm Bellelli e Mantini avevano chiesto un’assoluzione e 18 condanne con pene da 4 a 12 anni e otto mesi, una sentenza che farà discutere. L’Istituto superiore di Sanità, aveva depositato a marzo una relazione scientifica con cui confermava che dal 2004, forse anche prima, e fino al 2007, l’acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio a circa 700mila persone, senza controllo e persino a ospedali e scuole, la qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente, significativamente e persistentemente compromessa. Senza che la popolazione venisse avvisata, denunciarono Wwf e Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, facendo chiudere, nel 2007, i pozzi contaminati. Fino ad allora però, quell’acqua avvelenata è stata bevuta da tutti causando un’alta percentuale di malattie tumorali. Un’indagine epidemiologica in tutta la vallata non è mai stata fatta, dal 2007 la megadiscarica è stata sequestrata ed isolata dal Corpo Forestale dello Stato, per accertare ulteriori inquinamenti nella falde sotterranee. Nel sito sono state interrate circa 250mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di cloro, soda, varecchina, formaldeide, percolati, cloruro di vinile e di ammonio dell’ex polo chimico Montedison. Il danno ambientale stimato è di circa 8miliardi e mezzo di euro mentre per la bonifica serviranno almeno 600milioni di euro, tra i fondi girati al commissario della ricostruzione in Abruzzo, c’erano anche 50milioni per la bonifica del sito industriale di Bussi, suddivisi in tre tranche fino al 2013, ma c’è bisogno di molto di più. Grande soddisfazione di un legale della difesa perché i giudici hanno escluso il dolo, il reato di disastro ambientale è stato derubricato infatti in disastro colposo per cui non si procederà perché prescritto, il presidente D’Alfonso preannuncia una causa civile di risarcimento danni, anche l’avvocatura dello Stato, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, porterà avanti l’azione civile con la quale tentare la riparazione per l’ingente danno ambientale causato.