La Legge di Stabilità andrà in Senato. Per l’Abruzzo terremotato, la proposta di legge votata alla Camera riduce della metà il taglio dei trasferimenti statali ai Comuni del cratere, conferma la previsione di 6miliardi di euro per la ricostruzione nei prossimi anni, ma per il 2015 non si capisce concretamente quanto darà. O almeno in conferenza stampa, stamattina il Pd non lo ha specificato. I parlamentari Pd riproporranno in Senato quell’un per cento da destinare ai precari della ricostruzione, la gestione delle macerie con gli Uffici speciali, meccanismi di trasparenza per l’intero processo e poi la nuova legge sulla ricostruzione da vedere con l’anno nuovo. Per la politica sono successi, per la comunità è sempre più difficile stargli dietro. Un gruppo di parlamentari la pone in un modo, i politici locali la percepiscono in un altro, cercando poi di portare un credito elettorale alle prossime tornate, la gran parte delle persone ci capisce poco. Non c’è proprio una politica che governi la ricostruzione, continuiamo a parlare di agevolazioni fiscali e di imprese, ma non c’è una strategia di ripresa, non si capisce niente, mentre per la nuova legge per la ricostruzione non sono ancora coinvolti gli organismi consiliari del cratere e neanche le popolazioni interessate. Matteo Renzi è il top, mediaticamente, se ci fosse stato questo gran successo economico e finanziario per l’Abruzzo, contro gufi e iettatori, lo avrebbe già gridato ai quattro venti, sarebbe passato di qui da tempo, visto che gira il meridione e i territori più deboli, continuando però ad evitare L’Aquila, il fallimento dello Stato, la fine di uno dei più importanti centri storici italiani che la storia decreterà senza pietà, dal secondo dopoguerra in poi. Quale sia stato il certosino lavoro dei parlamentari Pd nella Legge di Stabilità per l’Abruzzo terremotato, francamente non lo abbiamo capito, quali e quanti i successi narrati nella conferenza stampa di stamattina, nemmeno. Roma ci ha palesemente scaricato, il territorio dovrebbe cominciare a fare un bagno di sano realismo, al netto di ogni operazione mediatica, per recuperare un po’ di lucidità e capirci qualcosa.