Ci sarà uno differimento di almeno novanta giorni dei termini per la presentazione delle osservazioni alla bozza di Regolamento del Parco Gran Sasso Monti della Laga, lo assicura il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
Ho incontrato il presidente dell’ente Parco, Tommaso Navarra, a Roccaraso, in occasione degli Stati Generali della montagna promossi da Fratelli d’Italia al quale era invitato come relatore, spiega in una nota, ci siamo confrontati su diversi aspetti del documento per il quale, già da tempo, ci siamo attivati come Comune. Gli ho rappresentato le perplessità e le difficoltà riscontrate dal nostro ente e da molti dei soggetti interessati nella formulazione delle opportune valutazioni e considerazioni entro la scadenza dell’8 febbraio prossimo: la proroga è necessaria in quanto, così come concepita, l’ipotesi di Regolamento comprime quasi totalmente le attività che possono essere sviluppate nell’area.
Il presidente, a tal proposito, mi ha ribadito in maniera inequivocabile che siamo di fronte a una bozza e che, pertanto, le previsioni in essa contenute non fanno scattare le norme di salvaguardia, più restrittive rispetto a quelle attuali. È importante che su un tema che coinvolge tre Regioni, 44 Comuni e cinque Province, vi sia un percorso partecipativo e condiviso nel modo più ampio possibile.
Il rapporto tra amministrazione comunale e Parco dovrà essere di confronto e dialogo. Il dibattito deve avvenire in maniera deideologizzata e senza condizionamenti per due ordini di motivi, prosegue il primo cittadino. Uno è che il Comitato d’indirizzo sui fondi ReStart, nella prossima riunione, che si auspica verrà convocata a breve dalla Struttura di missione, visto che non si riunisce da quasi un anno, delibererà uno stanziamento di 9milioni di euro, su cui c’è già il parere positivo del gruppo tecnico, che consentirà di finanziare il completamento del primo piano di infrastrutture sul Gran Sasso, l’altro è che, con l’approvazione del Piano del Parco, bisognerà aprire un confronto senza pregiudizi sul futuro del complesso sciistico di Campo Imperatore.
Regolamento del Parco, ritiratelo subito
Il Parco ritiri subito il Regolamento e apra la fase della partecipazione con gli enti citati dalla norma, Comune, Provincia, Regione, Amministrazioni separate, associazioni di settore, coinvolgendo anche operatori del settore turistico montano. Va riscritto in modo concertato, incanalando questa operazione sui binari della correttezza e del confronto: ne beneficeranno tutti, così l’assessore Carla Mannetti in una nota.
E’ sconcertante il comportamento dell’ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, aggiunge, sull’iter seguito con la bozza del Regolamento del Parco, che sta suscitando un vespaio di fondate polemiche. Ma io intendo andare oltre le assurdità di buona parte del contenuto del documento, che associazioni, operatori e persino i frequentatori della nostra bellissima montagna hanno fatto opportunamente emergere.
E’ innanzitutto il percorso adottato dagli organismi dell’ente che fa davvero rabbrividire e sulla cui legittimità e trasparenza può essere avanzato più di un dubbio.
Il presidente Tommaso Navarra ha predisposto un documento provvisorio facendolo calare dall’alto, senza condividerlo a monte con gli enti territoriali e le associazioni interessate. Non si comprende quale iter stia seguendo il presidente Navarra; anzi, mi permetto di dire che la strada che sta percorrendo sia abbastanza confusa. Infatti l’articolo 11 della legge 394 del 1991 parla chiaro e definisce con esattezza sia il potere d’intervento sugli strumenti di pianificazione dei portatori di interesse sia l’iter legislativo da seguire. Il Parco vuole costringere gli enti locali ad esprimersi frettolosamente e su una sorta di “piatto” già servito, peraltro quando il Piano del Parco non è stato ancora pubblicato.
Senza trascurare la circostanza che la citata bozza, approvata dal direttivo del Parco il 9 dicembre, è stata trasmessa al nostro ente con ben un mese di ritardo. In tale bozza vengono inseriti alcuni elementi concernenti la mobilità, omettendo di valutare che il Comune dell’Aquila sta lavorando da almeno due anni su un Pums che ha nella mobilità ecosostenibile uno dei suoi elementi cardine.
Non è così che funziona.
Oggi la democrazia partecipata prevede che l’elaborazione di documenti importanti come il Regolamento del Parco debba essere effettuata dal basso e con gli strumenti di partecipazione e concertazione che consentono di giungere a un prodotto non solo condiviso ma che – nel caso di specie – contemperi adeguatamente la tutela delle svariate emergenze ambientali con uno sviluppo turistico ed economico ecocompatibile e, allo stesso tempo, redditizio per la comunità e per gli operatori. Non è vietando le e-bike o sottraendo agli enti la potestà di interventi al di sopra di una determinata altitudine che si può pensare di raggiungere questi obiettivi. A meno che non si voglia utilizzare la logica della superficialità e dell’ignoranza e non ci si voglia accontentare di una visione dell’ambiente obsoleta e che per tanto, troppo tempo, ha prodotto arretratezza e, di conseguenza, evidenti danni al nostro territorio. Ed è clamoroso che si vieti l’uso di mezzi di trasporto ecologici, con provvedimenti che compromettono una mobilità perfettamente in linea con la salvaguardia dell’ambiente.