Chi gestirà ora la torta dei 700mila euro per il Festival degli Incontri? Perché alla fine della fiera il succo è questo qua.
Risorse per il decennale che potrebbero sostenere anche qualcos’altro, che non un mega evento, un Museo della Memoria, per esempio, qualcosa che rimane dove andare per ricordare e per non dimenticare. Non è detto che vogliamo altri eventi, grandissimi eventi o che ci piaccia che qualcuno venga a dirci cosa sarebbe meglio fare e perché.
L’incontro dell’altro giorno alla libreria Colacchi, è stato sicuramente un momento di democrazia, voluto da un gruppo di cittadini sostenuti da apparati di partito ben schierati, dove difficilmente, un cittadino con un’idea diversa, avrebbe potuto rappresentarla senza problemi.
Se un aquilano o un celanese presente fosse intervenuto per dire, sono d’accordo con Biondi non era fissato neanche un luogo uno per il Festival, voglio che i soldi del nostro decennale non siano sperperati ma spesi per qualcosa di significativo per tutti e non solo per una parte politica della città, di certo lo avrebbero portato ad accomodarsi fuori. Sarebbe bastato uno sguardo, tanti sguardi, tutti gli sguardi, sempre che fosse riuscito a guadagnare l’uscita indenne.
Ci andrei quindi cauto nel definirlo un momento di liberazione collettiva e non vedo l’ora di andare a sentire Zerocalcare, oggi, all’Auditorium del GSSI, perché l’occasione è genuina, tra i suoi davvero, con la città e con la sua arte e i suoi fumetti, ben al di fuori da schieramenti ed apparati che francamente, così, a naso, non credo facciano parte del suo sentire.
Interverrà in Di-segni e quartieri in movimento, l’incontro pubblico organizzato da 3e32/CaseMatte, con le testimonianze di esperienze politiche, associative e culturali a Roma e all’Aquila. Insieme a lui proveremo a tracciare un filo creativo, si legge nella nota stampa del collettivo, l’arte e la politica dal basso come elementi essenziali per la vita nei quartieri, nelle grandi e piccole città, come strumenti di contrasto all’esclusione sociale e di protagonismo degli abitanti.
Una bella cosa coerente, organizzata per tempo e con gli attori protagonisti ad interpretare se stessi per incontrare la gente, senza inventarsi niente, senza sovrastrutture e senza prendersela più di tanto se poi un certo giro progressista, gli ha voluto soffiare la scena due o tre giorni prima, mostrando per primo, come fossero trofei, l’arte e la libertà di Zerocalcare.
Com’è che leggevo oggi nella nota stampa del capogruppo Pd Stefano Palumbo? Che il Festival degli Incontri nel cartello delle celebrazioni del decennale, doveva rappresentare l’occasione per rivolgere un messaggio di apertura e di ringraziamento dell’Aquila al mondo.
Bisognerà fare in modo che lo sia davvero, per cui chiunque vorrà esprimersi liberamente, per dire che Zerocalcare e Saviano non sarebbero mai stati rappresentativi di un territorio come potrebbe esserlo un Bob Dylan, per capirsi, e lavorare a questa idea o a qualunque altra idea più inclusiva, lo dovrà fare libertariamente. Senza steccati, senza apparati, senza pensiero unico, senza assolutismi e senza rapacità per cui siccome quei fondi qualcuno li ha intercettati, gli tocca gestirli.