Cinquanta orsi marsicani hanno invaso pacificamente piazza Montecitorio per chiedere alle istituzioni di lavorare per il loro futuro, scongiurando il rischio di estinzione. Il numero di orsetti di cartapesta non è casuale, corrisponde a quello, stimato, degli individui rimasti.
L’azione del WWF, che ha deciso di dedicare il mese di ottobre all’orso marsicano e che ha lanciato la campagna Orso 2×50 per raddoppiarne la popolazione entro il 2050, ha lo scopo di chiedere alle istituzioni interventi concreti e risorse per scongiurare il rischio di estinzione, in coerenza con le azioni a tutela della biodiversità previste dal Green New Deal del Governo, rivela una nota stampa.
L’Orso bruno marsicano, Ursus arctos marsicanus, è una sottospecie di orso bruno unica al mondo, che vive solamente in Italia, tra Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Parco Nazionale della Majella e aree appenniniche limitrofe. È più piccolo del cugino alpino ed europeo dal quale si differenzia per il diverso patrimonio genetico, confermato da recenti studi, e per il comportamento: secoli di stretta convivenza con l’uomo e le sue attività hanno infatti plasmato il comportamento di questi orsi che sono particolarmente mansueti. Il millenario isolamento che ne ha determinato l’unicità genetica mette purtroppo a rischio questa relitta popolazione che oggi conta solamente poco più di 50 individui ed è considerata dalla IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura in pericolo critico, Critically Endangered, CR, l’ultimo gradino prima dell’estinzione.
Sono ancora diverse le minacce che non permettono alla popolazione di orso bruno marsicano di espandersi numericamente e di ricolonizzare nuove aree vitali.
Negli ultimi 25 anni sono stati rinvenuti morti 43 orsi, di cui il 40% per bracconaggio diretto (avvelenamento, arma da fuoco e lacci), il 25% per cause accidentali legate all’uomo (investimenti stradali e ferroviari, annegamento in vasche artificiali), il 14% per patologie (spesso trasmesse dal bestiame non controllato al pascolo e da cani vaganti) e il 5% per aggressione diretta di cani. Vale a dire che quasi l’85% dei decessi nella popolazione di Orso negli ultimi decenni sono responsabilità diretta o indiretta dell’uomo.
Il WWF chiede a Governo e Parlamento una Legge speciale per la tutela dell’Orso marsicano che, partendo dalle aree protette nazionali e regionali, delle riserve dello Stato, dai siti della Rete Natura 2000 e dai corridoi ecologici individuati, costituisca la Rete ecologica Italiana nell’Appennino Centrale a tutela dell’Orso marsicano e del suo areale potenziale con un programma di deframmentazione degli habitat, creazione di corridoi ecologici adeguati, messa in sicurezza dei tratti stradali e ferroviari più sensibili per l’espansione dell’orso, contrasto al bracconaggio, messa in sicurezza di strutture a rischio, revisione delle zonizzazioni previste dai Piani di gestione e delle misure di conservazione dei siti Natura 2000, norme di attuazione e regolamenti omogenei, da finanziare con 6 milioni di euro in 3 anni in coerenza con le azioni concrete per la tutela della biodiversità, richiamata tra le priorità del Green New Deal del Governo.
Al Ministero dell’Ambiente di incrementare e garantire nel tempo, nell’ambito del capitolo 1551 del bilancio di previsione del Ministero, i fondi destinati all’Orso, come obiettivo prioritario dei Progetti di sistema per la biodiversità dei Parchi Nazionali indicati nella Direttiva annuale di indirizzo ai Parchi Nazionali della DG Protezione Natura e Mare.
Ai Parchi Nazionali di istituire o completare l’istituzione delle Aree Contigue previste dall’art. 32 della Legge quadro n. 394/1991 dei Parchi Nazionali d’Abruzzo Lazio e Molise, del Gran Sasso e Monti della Laga, della Majella e dei Monti Sibillini, d’intesa con le Regioni interessate, per contribuire alla creazione della Rete ecologica Italiana nell’Appennino Centrale a tutela dell’Orso, con le relative misure di disciplina della caccia, della pesca, delle attività estrattive, forestali e altre misure per la tutela dell’ambiente funzionali alla conservazione della specie.
Nell’ambito del PATOM, Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano, promuovere progetti LIFE a scala di popolazione e inserire nella programmazione nazionale dei fondi comunitari, PAC e Fondi strutturali e di coesione, misure specifiche per la tutela della specie, in particolare per finanziare capillari azioni di prevenzione dei danni ad apiari e allevamenti, anche al di fuori delle aree protette, nonché fondi adeguati per attività di censimento, ricerca e monitoraggio, piani di sorveglianza sanitaria e strategie di comunicazione concertate.
Alle Regioni di favorire le intese con i Parchi Nazionali per l’istituzione delle Aree contigue e garantire risorse adeguate per la prevenzione dei danni e la messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio, rinunciando a nuovi progetti impattanti nell’areale dell’Orso, nonché l’adozione di Piani Forestali di Indirizzo Territoriali rispettosi della specie. E inoltre: nel Lazio istituire al più presto il Parco regionale dei Monti Ernici-Simbruini, estendendo il territorio dell’attuale Parco regionale dei Monti Simbruini, per tutelare una zona essenziale per l’espansione dell’Orso marsicano; in Abruzzo completare, con il supporto di adeguato personale regionale, la Rete di Monitoraggio Orso.
Ai Comuni che ricadono all’interno dell’areale potenziale dell’Orso marsicano di emanare opportuni regolamenti per mettere in sicurezza le risorse trofiche (pollai, rifiuti, carotai) localizzate all’interno dei paesi, allo scopo di ridurre gli episodi di “orsi confidenti”, e garantire il controllo del randagismo canino in raccordo con le Asl.