Decoro cittadino attraverso l’arte. Nelle promesse elettorali di Massimo Cialente per vincere il secondo mandato, leggiamo che l’arte è in grado di restituire identità e creare condivisione, per dire che all’Aquila distrutta bisognava cogliere l’occasione di creare un museo all’aperto, con la legge Bosetti&Gatti, una legge del 1949 sulla ricostruzione post bellica che destinava fino ad un massimo del 2% della spesa prevista per i lavori di ricostruzione degli edifici pubblici, ad opere d’arte. Quelle costruzioni, avrebbero dovuto essere abbellite per legge, e la previsione dei costi doveva essere calcolata già nei progetti dei lavori di rifacimento, mentre l’esecuzione, sarebbe stata assegnata con procedure concorsuali affidate ad una commissione mista in cui nominare anche rappresentanti della Sovrintendenza. Tutte le amministrazioni dello Stato, la Regione, le Province, i Comuni ed ogni ente pubblico terremotato che prende soldi per ricostruire immobili di proprietà è quindi obbligato per legge, a spendere fino ad un 2% della spesa per opere d’arte, ma nulla di tutto ciò si sta facendo nei luoghi terremotati. Ci viene in mente il Provveditorato alle Opere Pubbliche, soggetto attuatore della gran parte dei lavori pubblici legati alla ricostruzione, che nessuna direttiva in questo senso ha ancora dato. Né la politica locale, cioè il capoluogo di Regione, avendo dalla sua una norma, si batte perché questo passaggio normativo sia rispettato, Cialente lo ha promesso e siamo ancora in tempo per vedere L’Aquila capofila di un’iniziativa bella e sensata. Che potrebbe liberarci dal degrado e dalla tristezza che ci deprime, richiamando in questi luoghi artisti di fama, giovani ed intellettuali capaci di rimettere in moto idee e creatività. Avevano perfino previsto di affittare a prezzi buoni, alloggi del Progetto case proprio a giovani artisti che assicurassero il loro lavoro in città almeno per due anni, qualche quartiere dormitorio potrebbe recuperare così, anche un minimo di vita. Cose fattibilissime, visto che la ricostruzione pubblica è partita in minima parte. Nella foto, il teatro Sant’Agostino.