E’ Artribune, uno dei punti di riferimento del dibattito e dell’informazione culturale in Italia, a tornare sulla questione MAXXI L’Aquila dopo l’appello contro l’apertura di una sede del museo in città.
Alla chiamata alle armi contro il MAXXI, promossa da alcuni esponenti della cultura aquilani, avevano risposto prestigiosi esponenti della cultura nazionale, nomi noti anche al grande pubblico, capaci certamente di esercitare un peso specifico non indifferente nel tentativo di affossare il MAXXI aquilano.
Per fortuna tra i firmatari stessi del discutibile appello c’è chi comincia a prendere le distanze, Marco Rossi Doria, ce ne dà notizia la rivista, ha dichiarato di aver firmato più o meno sulla fiducia senza avere piena contezza della situazione.
Il rischio che anche altri firmatari siano stati traditi o da una lettura superficiale delle vicende cittadine, L’Aquila terremotata accerchiata dagli sciacalli, o da un giudizio, magari anche legittimo, critico contro il MAXXI, è alto.
E’ difficile credere che a personaggi come Daverio, Cacciari e altri, sfugga però l’importanza di una simile operazione, l’apertura di una sede del MAXXI, nel pieno centro storico di una piccola città delle aree interne.
A quelli fuoridaigiri certamente non sfugge, se ne è accorta anche Artribune, è ora però che anche la città cominci a dire la sua, anche quel mondo culturale aquilano che è sicuramente molto più vasto ed articolato di quello rappresentato nell’appello. Al mondo della cultura cittadina del resto non può che giovare la possibilità, finalmente e dopo tanti anni, di confrontarsi da vicino con un circuito culturale di respiro internazionale che, per il nostro universo, è semplicemente, come si suol dire, un’altra cosa, un livello che al momento non ci possiamo permettere.
E del resto dal MAXXI stesso è stato più volte garantito che centrale sarà il rapporto con il territorio, e c’è da crederci perché altrimenti non avrebbe senso l’operazione in sé. Passatemi il paragone, visto che, come detto, di arte non capisco nulla ma di sport qualcosa sì, sarebbe come se, ad esempio, Roger Federer annunciasse di volersi allenare all’Aquila e i tesserati del circolo tennis gli facessero un appello contro perché gli ruba un campo.
Beh Roger Federer è probabilmente più importante del MAXXI ma il concetto è chiaro no?
Il MAXXI avrà tutti i problemi di questo mondo, ma rimane uno dei musei più interessanti del Paese e tra i più conosciuti dalle giovani generazioni per i quali, scusate se è poco, la sede aquilana eserciterebbe un certo richiamo per venire in città.
Il rischio di perdere il MAXXI è a questo punto concreto, in città se ne parla con preoccupazione, i cittadini mormorano, alcune associazioni diranno certamente la loro, la politica e le istituzioni al momento tacciono, forse per quieto vivere, forse per paura di un ennesimo scontro tra guelfi e ghibellini ma è una percezione errata, in pochi in città sognano veramente di poter fare a meno di un’opportunità come il MAXXI. Sulla cultura aquilana, a cui, ci par di ricordare, non è mai mancato il sostegno delle istituzioni e dei cittadini, si può certamente intervenire, se serve un museo civico che lo si dica e lo si faccia in modo trasparente e senza evocare Munda bis che non servirebbero a nulla, se serve una sede per le associazioni lo si dica ma è chiaro che il MAXXI non è certo una parte del problema ma semmai della soluzione.
*di Alessio Ludovici