Un piano di recupero per il comparto Sant’Andrea fuori le mura, da via XX Settembre per l’ex Inam verso piazzale Paoli, che restituisca più verde pubblico alla città e meno abitazioni.
L’ultimo comparto da fare per ultimare il progetto strategico Campo di Fossa – Sant’Andrea con edifici particolarmente danneggiati ed una fragilità dell’area dovuta a cavità ipogee e fenomeni franosi pregressi, si legge nell’atto deliberativo.
Nel comparto, sulle 55 unità immobiliari presenti prima del sisma, 24 non saranno ricostruite, 24 proprietari avranno 9milioni e 370mila euro per acquistare altrove, mentre 7 proprietari hanno già scelto la permuta che sarà indennizzata a 2.100 euro a mq, come il resto delle case del comparto.
Circa quattrocentomila euro ad appartamento, finora.
Tuttavia la commissione territorio che avrebbe dovuto approvare il piano, ha deciso ieri di andare sul posto la prossima settimana per vedere di cosa stiamo parlando. Intanto vorrebbero capire meglio la valutazione in 2.100 euro a mq di indennizzo per tutte le abitazioni presenti anche se il valore non dovrebbe superare per legge i 1.700 euro a mq.
Comunque tutti valori al 6 aprile 2009.
Per l’ingegner Tironi, del gruppo di progettisti e proprietario in quota parte, l’amministrazione inserì la proposta, condivisa nel 2014 anche con l’Ufficio speciale, in 2.100 euro a mq a seguito di un accordo con i promotori tra cui i diversi proprietari, ed i compromessi per gli acquisti sono già stati avviati. Dentro le mura l’indennizzo è di 2.500 euro a mq, ha spiegato, ed hanno indennizzato case cadenti quando le nostre palazzine avevano parcheggi ed altri servizi mentre noi ci impegnammo a diminuire le abitazioni del 30% in cambio però di un incremento dell’indennizzo a 2.100 euro a mq piuttosto che a 1.700. E a verbale fu messa anche la possibilità della permuta.
Peraltro una palazzina è collassata a seguito del terremoto del centro Italia, erano stati imposti carotaggi ulteriori, a fronte della richiesta di demolizione dei proprietari proprio alla vigilia del crollo definitivo.
La domanda è: perché non imporre la permuta a tutti?
Secondo quanto riportato dal dirigente alla pianificazione Domenico de Nardis, è stata una scelta di programmazione, consentire una valutazione mediana tra un secco fuori e dentro le mura, e si è deciso quindi di tracciare una linea di mezzo tra 1.700 euro a mq e 2.500 euro, sono così arrivati ad incontrarsi evitando contenziosi come sul progetto strategico su viale della Croce Rossa, in questo intervento non ci sono opposizioni ed il Comune non regalerà nulla.
Il vantaggio sarà una nuova viabilità, un Parco urbano, diradamento abitativo e sagome ridotte anche in corrispondenza della piccola Porta urbica di Bagno, e con i vincoli indiretti del post sisma, dunque l’obbligo di ricostruire a 12 metri fuori le mura e a 5 metri dentro, ad oggi, non c’è fascia di proprietà pubblica dentro le mura.
Resta da capire, una volta ultimati tutti i progetti strategici, quale sarà la vera opera di ricucitura urbana.