Un forte boato e poi polvere e urla. Poco fa è crollata la parete in calcestruzzo cellulare all’interno dell’istituto comprensivo Tenente De Rosa di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. Nel crollo sono rimasti contusi una maestra incinta e cinque bambini, nessuno di loro sembra essere in gravi condizioni. Così La Stampa ieri, ma la notizia non ha avuto una grande eco.
Neanche all’Aquila.
A 10 anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e i quasi 60 comuni del cratere, 17.187 edifici scolastici si trovano in aree con una pericolosità sismica alta (zona 1) o medio-alta (zona 2) e circa 4 milioni e mezzo di studenti tra i 6 e i 16 anni vivono in province in tutto o in parte rientranti in queste aree, hanno denunciato in occasione del decennale del sisma Cittadinanzattiva e Save the Children presentando alla Camera dei Deputati un manifesto in nove punti per una legge chiara ed organica sulla sicurezza delle strutture scolastiche.
Solo il 53,2% degli edifici scolastici in tutta Italia possiede il certificato di collaudo statico e il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità e dall’inizio dell’anno scolastico 2018/2019 ogni tre giorni si sono registrati episodi di distacchi di intonaco e crolli (47) all’interno di edifici scolastici. Un vero e proprio record degli ultimi cinque anni, per un totale di oltre 250 episodi dal 2013.
L’insicurezza delle scuole ha provocato dal 2001, 39 giovanissime vittime.
Tra loro i 27 bambini della scuola Francesco Iovine di San Giuliano di Puglia, che morirono il 31 ottobre 2002, durante il terremoto che colpì il Molise e la Puglia, e Vito Scafidi, morto il 22 novembre 2008 a seguito del crollo di un controsoffitto nel Liceo Darwin di Rivoli, vicino Torino.
Un appello a tutti gli schieramenti politici ed un manifesto sul diritto fondamentale per bambini, insegnanti e personale non docente di frequentare strutture sicure, ricevere una piena informazione, partecipare ai temi della sicurezza scolastica in prima persona, definendo competenze e responsabilità ad ogni livello, oltre a garantire un supporto tecnico permanente a favore degli enti locali, superando la frammentazione attuale delle fonti di finanziamento per la sicurezza delle scuole e generando una vera e propria cultura della prevenzione e della sicurezza, con misure di sostegno per i bambini e i ragazzi coinvolti nelle emergenze, è la proposta.
L’Aquila non sarà capofila ed esempio di sicurezza perché a dieci anni da sisma del 2009, abbiamo in cassa da diversi anni decine di milioni di euro per la ricostruzione delle scuole, che non riusciamo a spendere.