L’Ordine degli Architetti della Provincia dell’Aquila ha proposto un progetto per l’illuminazione della città.
Si chiama Gli architetti illuminano la città, è in corso di pianificazione ed è stato finanziato nell’ambito delle iniziative per il decennale del sisma del 2009 per 22mila euro.
Un passaggio strategico e fondamentale per L’Aquila che rinasce.
La luce cambia tutto.
Basti guardare il nuovo Emiciclo, i tratti delle antiche mura urbiche, la chiesa delle Anime Sante o la facciata di San Bernardino un’illuminazione adeguata fa tantissimo. Dovremo fare i conti con una città che cambia, tra le centinaia di cantieri che dovrebbero lasciare luci accese ed adeguate anche la notte, c’è un’ordinanza vigente, ma non sempre ottemperano.
Sarebbe già tantissimo per chi vive il centro tutto l’anno, d’inverno, di sera e quando è tutto buio.
Tantissimo hanno fatto le luci d’artista del periodo natalizio grazie al contributo della Camera di Commercio e alla disponibilità dell’amministrazione civica, ma troppi vicoli e quartieri riabitati sono rimasti al buio, non c’era un percorso studiato ad illuminare la città, quattro punti ad effetto, belli, che tuttavia non hanno tolto l’oscurità.
Questo snodo sarà fondamentale.
L’Aquila ha tante piazze, piazze diverse, piazze più vissute e piazzette più piccole, il Duomo ha la sua particolarità, il Corso, i Corsi, i Portici, i vicoli, gli sdruccioli, i Quarti, il ponte Belvedere e poi i futuri selciati e le bozze calcaree di almeno 15 centimetri di spessore per i tratti stradali più ampi, monumenti e chiese, palazzi nobiliari e gentilizi, casette dell’edilizia minore e chi sa quanto ne rimarrà, ed ancora la luce del sole che illumina le varie zone e come queste cambiano tra il giorno e la notte.
Si apre davanti a noi un mondo ed una fase nella quale non possiamo permetterci errori.
L’illuminazione di notte e quella diurna, i percorsi pedonali e i tratti più antichi la luce cambia tutto e dovrà andare di pari passo con la pavimentazione definitiva. Considerato che gli asfalti di oggi sono tutti provvisori perché comunque conviviamo con un grande cantiere.
Archi porticati e nicchie abbiamo tante di quelle diversità, peculiarità storiche che rappresentano la nostra anima civica e dinamiche urbanistiche stratificate nei decenni che non possiamo immaginare di far passare questo treno, l’ennesimo treno della riqualificazione urbana, senza prenderlo.
La luce.
La luce è fondamentale, sbagliare una tonalità, scegliere un led piuttosto che una luce calda, può modificare il colore di un palazzo e restituirlo falsato. Ce lo possiamo permettere?
Nei manuali si sconsiglia di usare filtri colorati per le illuminazioni permanenti dei manufatti architettonici: sarà scontato ribadirlo in una città dove abbiamo permesso di tutto di più?
Siamo sicuri che in questo senso l’Ordine degli Architetti potrà rappresentare una garanzia e chi sa se riusciremo a fare anche qualcosa di provvisorio per la città che cambia, anche se non è Natale, per il nostro quotidiano, per tutti i giorni e per renderli più vivibili.
E chi sa a quanti consiglieri comunali interesserà informarsi sull’argomento, vista la commissione Territorio sospesa allegramente nella mattinata ridanciana.