Continua il balletto della pianificazione strategica che non c’è, ma i milioni di euro vanno che è una meraviglia. Il Comune dell’Aquila ha rifiutato esimi strateghi, solo perché l’aveva chiamati e pagati l’allora commissario alla ricostruzione Chiodi, ne voleva di propri, ha ottenuto una Struttura d’alta consulenza che pure, oltre la scheda parametrica, cioè una griglia con cui calcolare la congruità economica dei progetti presentati dai privati non è andata, e di obiettivi strategici da raggiungere ce n’erano ben altri. Il responsabile dell’Ufficio speciale Aielli li confermerà nell’incarico, perché su certi aggregati è necessaria una riqualificazione che pure, gli stessi urbanisti, non hanno inserito nel Piano di ricostruzione previsto dalla legge, dove al contrario, l’amministrazione s’impuntò per non pianificare nulla e per rifare tutto com’era e dov’era. Una teoria del tutto sballata, contestata dal ministro Trigilia, che non vuole essere un bancomat per la città, ma preferirebbe confrontarsi su progetti strategici, inesistenti, e in più stravolta dalle realtà edilizie che sta incontrando Aielli, che s’è dovuto chiedere come mai per certi aggregati, non fosse prevista una riqualificazione a monte. L’unica legge sul terremoto in Abruzzo, quella del 2009, stabilì tra le priorità principali il ritorno di uffici, scuole e sedi universitarie in centro storico, il primo obiettivo che avrebbe dovuto evitare lo spopolamento. Gli amministratori con a capo Cialente hanno fatto l’opposto, dando a qualsiasi ufficio pubblico ne abbia fatto richiesta, la concessione edilizia a ricostruire in periferia. E le sedi in centro sono state abbandonate. Hanno assistito senza colloquiare un minimo con l’ateneo, alle operazioni dell’allora rettore Di Orio, che invece di utilizzare i fondi per ricostruire subito le sedi, e dare un segnale alla popolazione studentesca che più di tutto, della città, amava il centro, ha preferito pagare fitti da capogiro ad imprenditori, c’è un’inchiesta in corso, ed il rettore è sotto processo, lasciando morire la speranza di un ritorno in centro. Ed infine le scuole. Per le quali non c’è il becco di un quattrino per i lavori, d’altra parte il commissario Chiodi ha preferito distribuire i fondi della ricostruzione all’intera Regione, e anche su questi giri è stata aperta un’inchiesta. In compenso scopriamo oggi di uno studio di fattibilità affidato all’Università per un polo scolastico, culturale e sportivo, da insediare all’ex caserma Rossi, zona Torrione, da calibrare sulle stime della vecchia popolazione studentesca, senza sapere cosa c’è intorno, senza capire cosa lasceranno dietro di loro con le strutture abbandonate in centro storico e non solo.