La maggioranza che sostiene il sindaco Pierluigi Biondi, la città che lo ha votato come primo cittadino e i membri del Consiglio comunale meritano pieno rispetto. Purtroppo, non si vede analogo rispetto nei confronti della maggioranza, del Consiglio, della città. Queste le parole di Giorgio De Matteis, capogruppo di FdI in Consiglio comunale nel primo pomeriggio, ma non ha fatto in tempo a scriverle che il sindaco si è dimesso dopo qualche ora e in realtà delle problematiche serie sollevate da Biondi sulle risorse per la ricostruzione dopo il 2020, il 4%, la restituzione delle tasse, i 10milioni per il bilancio, lo spettro dell’aumento delle tasse agli aquilani ed i rapporti con Roma, non c’è una riga, nella nota del capogruppo.
Le scelte strategiche per una ricostruzione post sisma più rapida ed efficace, per fornire risposte all’occupazione, per contribuire al rilancio e alla competitività delle attività produttive devono essere messe nero su bianco e non possono attendere, insiste De Matteis.
Il tempo dell’anatra zoppa e delle elezioni regionali è passato; qualsiasi motivazione a supporto del ritardo nell’affrontare tali delicate tematiche non potrebbe che essere etichettata come un pessimo alibi. I problemi non si risolvono con la nomina di uno o un altro assessore, ma con la piena consapevolezza e la chiarezza delle idee sulle sfide da affrontare. Condivido pienamente, pertanto, quanto chiesto pubblicamente dall’onorevole Luigi D’Eramo proprio in ordine a tale verifica. Biondi convochi con la massima urgenza la maggioranza grazie alla quale riesce a fare il Sindaco e, nel rispetto di quanto attendono gli aquilani, renda note le linee strategiche della sua azione e come intende attuarle; dopo si potrà parlare di donne e uomini cui affidare incarichi, compiti e obiettivi. La maggioranza ha sempre dimostrato responsabilità ed è pronta, da tempo, al confronto: adesso anche altri devono assumersi quelle responsabilità che derivano dal ruolo importantissimo che ricoprono. Arroccarsi nel “fortino” di Palazzo Fibbioni non porta ad alcun risultato; da quel “fortino” bisogna uscire e interloquire con quelle forze che i cittadini hanno designato a rappresentarli. Le esigenze dell’Aquila e del suo territorio vengono prima degli steccati politici, delle appartenenze politiche, delle spartizioni politiche. E non c’è nient’altro da aggiungere, conclude.
Fino alla fine neanche una riga sui ritardi di Crimi, sull’attenzione del Governo alla città e sulle risorse dopo il 2020, temi caldi e importanti solo per l’opposizione dem, peraltro.
E’ come se Biondi fosse andato in una direzione ed i suoi in tutt’altra chiusi a Villa Gioia a fare i conti con le spettanze politiche.
Entro venti giorni probabilmente Biondi ritirerà la dimissioni, a quella data, tutti i gruppi che lo sostengono dovranno aprire la visione strategica auspicata anche a Roma, ai rapporti con Roma, con Conte e con Crimi, e dovranno poi proporre competenze ed intelligenze piuttosto che posti e spartizioni. Se ci sarà una compagine più solida e aperta e se i nomi della nuova Giunta saranno all’altezza del momento storico, si capisce dalle parole di Biondi che si potrà andare avanti con un rinnovato slancio. Altrimenti, pare chiarissimo e senza infingimenti, tutti a casa.
Ma a casa non ci vorrà andare nessuno: chi potrà garantire tra un anno l’elezione certa a chi oggi abbaia alla luna?