Un immediato vertice di maggioranza alla presenza del Sindaco Biondi. Considerando le ultime evoluzioni politiche, non possiamo aspettare più di 24 ore per riunirci e procedere alla stesura di un programma operativo per guidare al meglio la seconda fase dell’amministrazione di centrodestra.
Così l’onorevole Luigi D’Eramo in una nota stampa.
Abbandonati i toni distensivi, prova ad essere più chiaro fino a quando non ci sarà chiarezza sulla composizione dei gruppi consiliari e dei propri rappresentanti in Giunta e fino a quando non ci sarà chiarezza negli obiettivi che questa amministrazione vuole cogliere nei prossimi tre anni, la Lega resterà fuori dall’esecutivo comunale. La Lega è un partito di governo, continua D’Eramo, è l’unico partito di centrodestra al Governo della nazione ed il principale partito di governo della Regione Abruzzo. Vogliamo lavorare con rispetto per i nostri elettori e per tutti i cittadini aquilani che hanno confermato, dal 2017 ad oggi, la fiducia nel nostro movimento e nella nostra classe dirigente. Non ne facciamo una questione di ‘posti’ e di ‘poltrone’, non ci interessano: noi vogliamo e dobbiamo continuare a lavorare al meglio per la città.
Fin qui D’Eramo. Che è arrivato pubblicamente al dunque perché la quadra sulla nuova Giunta non si trova ed il problema, anche se suona male, è proprio di posti perché la Lega ne vuole almeno tre.
D’altra parte il messaggio di Biondi sembra piuttosto chiaro, sì alla coalizione, sì ai nomi dei partiti, anche sì, come si dice oggi, a tutti gli appetiti ma la faccia non me la taglio.
Cioè a questo secondo giro in Giunta non potrà entrare chiunque e i nomi dovranno essere all’altezza. Raffaele Daniele ha competenze e qualità del ruolo, questa è la musica che vorrebbe suonare il primo cittadino mentre la città vorrebbe che fossero fatti nomi e cognomi di chi deve andare a fare cosa nell’esecutivo cittadino così da capire di cosa stiamo parlando.
C’è una città in ginocchio, stamattina col capogruppo di Insieme per L’Aquila, Silveri jr, argomentavamo proprio intorno alla qualità del ruolo istituzionale, all’esperienza e a nomi adeguati al momento storico.
Lui, dal canto suo, non farebbe una piega purché si condividesse con gli alleati. Se fosse così, se anche per De Matteis, capogruppo FdI, fosse davvero così, cioè qualità e rilancio dell’azione amministrativa, piuttosto che questo tocca a me e questo a te, allora saremmo a cavallo. Ma così non è e lo sanno pure i muri e mi viene da chiedere a chi interessi davvero L’Aquila.
La città vuole invece che si giochi a carte scoperte, continuando sulla strada perversa delle spartizioni peraltro, in Consiglio, già messo malissimo, rimarrebbero le terze e quarte file cioè gente che penserà di avere in pugno una città come L’Aquila con 40 voti se pure e non può essere. Abbiate quindi pietà ed alzate il livello se possibile.