Nessun ambientalista convinto, ha scelto di ricostruire la propria casa con il totale riciclo di materiali edili, pensiamo al ferro e alle tecniche antisismiche, a non costruire sulla sabbia, ma poco al recupero. Manca la mentalità, la voglia, la volontà di praticare quanto si va predicando. Avremmo potuto pensare a concorsi di idee per opere e lavori con materiali recuperati, per coinvolgere creatività da tutto il mondo, scambiare esperienze con paesi europei più all’avanguardia, capire come sta girando il mondo, invece di ricominciare da capo, a farlo girare come nel dopoguerra, come fanno gli amministratori aquilani nel post sisma del millennio, in piena espansione urbanistica, quella degli anni cinquanta, quando i palazzinari e il cemento, gli oltraggi ai centri storici e alla storia d’Italia hanno massacrato le architetture e le culture millenarie dei borghi del bel Paese. Al capoluogo non è bastata la catastrofe per tentare di recuperare qualche scempio, ne devono aggiungere di propri. Dalle demolizioni e dai crolli del sisma avremmo dovuto ripulire i coppi per rivenderli; mattoni e travi, carta, vetro e ceramiche, ferro ed inerti, avremmo potuto riciclarli in un’edilizia sostenibile, mostrando un nuovo rispetto dell’ambiente e del rischio dissesto idrogeologico a cui il territorio aquilano, continuando a scavare le cave fino all’osso, non può certo sottrarsi. Le macerie sono solo detriti da pesare e portare in discarica, un andirivieni di camion dei Vigili del Fuoco che per convenzione, continuano solo ad incassare dalle demolizioni e dal trasporto. Nessuno parla dell’amianto, su un milione e mezzo di tonnellate di macerie rimosse in cinque anni, non hanno trovato un grammo di amianto, di rifiuto pericoloso, di materiale da trattare secondo la normativa. Le imprese che fanno i lavori per i privati gestiscono il servizio come vogliono, si rivolgono ai siti di fiducia e non essendo più tracciabile il percorso dei camion, perché il servizio di controllo informatizzato a distanza, dopo la gestione commissariale non è stato rinnovato, per quello che ci riguarda potrebbero scaricare ovunque. Report ufficiali sui controlli effettuati nella gestione pubblica non esistono, e se danni catastrofici all’ambiente si stanno consumando lo sapremo, se pure, solo tra decenni.