Sono almeno quattro le femmine di orso marsicano che si sono riprodotte quest’anno nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e undici, i cuccioli contati in totale.
Questo è il risultato del monitoraggio intensivo svolto dal personale del Parco, che, a partire da aprile, ha lavorato, con diverse tecniche e in collaborazione con altre istituzioni e volontari, per acquisire informazioni importanti sulla produttività della popolazione di orso bruno marsicano, informa una nota stampa del Parco.
E’ il terzo anno consecutivo che si osservano dai 10 ai 12 nuovi nati nella popolazione. Da oltre un decennio, il Parco porta avanti questa attività secondo uno specifico protocollo messo a punto dall’Università di Roma. In 41 occasioni sono state osservate femmine con cuccioli. Attraverso l’uso di specifici criteri spazio temporali per eliminare i doppi conteggi, è stato possibile distinguere quattro unità familiari, distribuite in tutta l’area del Parco, così composte: tre femmine con tre cuccioli e una femmina con due cuccioli.
Nei precedenti anni di monitoraggio, i valori massimi di produttività sono stati osservati in seguito ad annate di eccezionale produzione di frutti di faggio, detti di pasciona (2008, 2012, 2014), così come avviene in altre popolazioni di orso.
I dati del 2018, così come quelli del 2016 e 2017, mostrano valori elevati e del tutto confrontabili (5-6 unità familiari e 10-11 cuccioli) pur non essendo successivi agli anni di pasciona. Questo permette di dire che l’area del Parco offre buoni livelli di produttività alimentare anche al di fuori dei periodi di pasciona e che, nonostante la bassa consistenza numerica degli orsi, nella popolazione è presente una riserva importante di femmine adulte.
Segnali positivi che però non devono far abbassare la guardia.
Da un’analisi dei dati degli ultimi dieci anni, emerge che il tasso riproduttivo delle femmine è tra i più bassi osservati nell’orso bruno, mediamente una femmina fa nascere 0.2 cuccioli ogni anno. Questo perché le femmine non si riproducono ogni anno, ma ogni 3 -4 e non più del 50% dei nati sopravvive al primo anno.
Nonostante la popolazione di orso marsicano sia numericamente ridotta, la sua densità, 3-4 orsi ogni 100 kmq, è una tra le maggiori osservate per l’orso bruno. In queste condizioni è lecito aspettarsi che subentrino meccanismi naturali di regolazione numerica della popolazione che agiscono sulla capacità riproduttiva delle femmine o su una minore sopravvivenza dei cuccioli.
Nonostante i risultati delle conte siano incoraggianti, il numero delle femmine con i piccoli è comunque molto basso, da 1 a 6 unità all’anno. Questo dipende dal fatto che le femmine adulte sono poche, circa 15, e si riproducono ogni 3-4 anni. Il futuro dell’orso sta in buona parte nella sopravvivenza delle femmine adulte e in misura minore nella sopravvivenza dei cuccioli: in caso di mortalità di una femmina adulta sono necessari più di 12 anni affinché un cucciolo femmina possa prendere il suo posto nella popolazione. Tra il 2007 e il 2018 sono morte 15 femmine, di cui 10 in età riproduttiva. La mortalità delle femmine adulte, anche accidentale, come quella avvenuta nel 2018 ai danni di una femmina con due cuccioli in una cisterna d’acqua, di cui uno femmina, e la persistenza di altri fattori di rischio e/o disturbo dentro e fuori il Parco evidenziano ancora una volta la necessità di azzerare i casi di mortalità causati direttamente o indirettamente dall’uomo. L’importanza delle femmine riproduttive emerge con chiarezza anche da un recente studio, commenta il presidente del Parco, Antonio Carrara, pubblicato Da Ciucci e Gervasi sulle proiezioni numeriche di questa popolazione. E’ realistico ipotizzare che l’orso marsicano potrà uscire dal rischio reale di estinzione se si riuscirà ad incrementare, anche di poco, la sopravvivenza delle femmine adulte. Su questo il Parco deve assicurare il massimo impegno.