La classifica stilata da IlSole24ore sui livelli di benessere nella provincia italiana, premia Milano ponendola al primo posto. All’ultimo, al 107mo, c’è Vibo Valentia.
L’Aquila perde 7 posizioni rispetto al 2017 e dal 63mo posto scende al 70mo, classificandosi come la peggiore in Abruzzo. La segue Pescara che perde due posizioni arrivando al 64mo posto, c’è poi Chieti che guadagna il 57°, recuperando dal 68° dell’anno passato ed infine Teramo, che registra il livello più alto, è infatti al 53mo posto, guadagnando sette posizioni rispetto all’anno passato.
I parametri utilizzati sono sei e sono Cultura e Tempo libero, dove la posizione migliore la raggiunge Pescara, al settimo posto in Italia, seguita da Teramo (11°); L’Aquila (35°) e Chieti 46°. Ed ancora Demografia e società; Giustizia e Sicurezza; Affari e Lavoro; Ambiente e Servizi; Ricchezza e Consumi.
Secondo questa classifica L’Aquila è paragonabile a province come quella di Imperia; Oristano, Terni e Latina. Va meglio nelle altre province d’Abruzzo, visto che il benessere, a Pescara, è paragonato a territori come Pavia, Pistoia, Alessandria e Grosseto.
A Chieti simile a Rovigo, Genova, Perugia e Prato e a Teramo a Novara, Pisa, Prato e Savona. Non siamo quindi vicini al benessere di altre città universitarie anche se L’Aquila si classifica prima in assoluto, come laureati per residenti ogni mille abitanti e si parla di giovani tra i 25 ed i 30 anni. Il nostro territorio è al top anche come acquisti on line, siamo infatti in Italia al settimo posto, siamo al 17mo per start up registrate a voler raccontare le nostre prime posizioni, alle quali arriviamo per numero di librerie, sale cinematografiche ed onlus, per cui in Italia siamo secondi, anche se come spesa culturale ai botteghini siamo in fondo alla classifica, cioè all’84mo posto e va male anche l’indice di sportività diffuso, che ci pone alla 94ma posizione.
E poi ancora tre le prime venti posizioni per scippi, rapine e furti d’auto, ed è normale rispetto alle grandi metropoli, siamo però bassissimi sulla spesa sociale, al 94mo posto, sugli investimenti rispetto ai depositi bancari, al 100mo posto ed anche sulla spesa per i viaggi, al 75%, sulle 107 province italiane. Siamo infine a metà classifica circa, per numero di imprese ogni 100 abitanti, 55mo posto, e per tasso di disoccupazione, 54mo posto, scendiamo al 66mo per occupazione, quando la provincia di Milano si attesta sulla terza posizione, e al 65mo per speranza di vita.
Rispetto agli indici demografici siamo al 75mo posto per tasso di vecchiaia, con una natalità che ci colloca al 61mo posto mentre il saldo migratorio, cioè chi lascia il Comune, ci precipita all’89ma posizione con un saldo negativo, rispetto al 2017, del -3.1%.
E’ sicuramente una città che cambia, ma i valori che registriamo in particolar modo in seguito al sisma del 2009, non possono essere lasciati al caso, occorrono strategie politiche al di là degli incentivi, basti guardare il numero delle start up, per lavorare ad una crescita reale.
E d’altra parte il dato altissimo sugli acquisti on line, dimostra come è ancora moto difficile, muoversi nel territorio che rinasce.