L’intercettazione sui lavori a Santa Maria Paganica tra l’imprenditore Vinci, arrestato per corruzione, e Cristiano Ciani della GSI srl, su Luciano Marchetti, il vice commissario ai beni culturali, ai domiciliari, rende l’idea di ciò che accade intorno ai soldi, sempre più soldi, solo soldi da prendere dalla ricostruzione dell’Aquila.
Ciani a Vinci: “….E Marchetti?”
Vinci: “L’ingegner Marchetti sta rallentando la possibilità di fare la gara, anzi l’ha bloccata la gara, di quei venti milioni di euro, perché appena mi cantierizza praticamente io parto, praticamente con la gara a cinque per l’affidamento dei venti milioni, sono diciannove milioni di euro, precisamente in tre anni…”
Ciani: “uhm, uhm…”
Vinci: “…che li utilizziamo invece per il restauro degli apparati decorativi e tutte le altre cazzatine che ci stanno…oltre alla filiera normale, quindi il lavoro, da diciannove può diventare quaranta, dice, se ci riusciamo lo portiamo a quaranta, quindi, dice, cantierizzate quanto prima, sennò mi mette in difficoltà perché prima o poi la Curia mi dirà…lui sta alla Direzione Regionale dei Beni Culturali…”.
Secondo l’accusa, sarebbe la funzionaria Mibac Mancinelli, in carcere a Teramo, a curare dentro la Direzione regionale, come responsabile delle gare, gli interessi dell’impresa, di altri imprenditori e di una schiera di progettisti tra architetti ed ingegneri, tutti in concorso tra di loro per gestire gare, spartire tangenti ed accaparrare lavori e progettazioni. Sui diciannove milioni di Santa Maria Paganica, la Mancinelli avrebbe preso l’un per cento, 190mila euro, di cui stando alle carte, solo diecimila incassati. Si capisce che puntano ad arrivare a 40milioni di euro e più, la mazzetta sarebbe raddoppiata?, dai diciannove milioni previsti in tre anni dallo Stato, con cui avrebbero fatto solo gli apparati decorativi ed altre cazzatine, riferendosi ad una delle chiese più care agli aquilani. Altre cazzatine, sono cazzatine per questi volgari affaristi.