Come è è, l’importante è che la città lo voglia e lo faccia. Per il comitato ed i parenti delle vittime del 6 aprile 2009, il Parco della memoria è un luogo della storia da tramandare, delle vittime innocenti che resteranno vive per sempre, della sicurezza, della prevenzione, del non deve accadere mai più. Lasciati soli dalla città tutta, sanno finalmente che quel Parco, a piazzale Paoli, si farà. Lo ha assicurato in seconda commissione l’assessore Guido Liris, alla presenza di Vincenzo Vittorini, Antonietta Centofanti e Maria Grazia Piccinini, ed una delegazione di residenti, ai quali l’esponente politico ha assicurato che si potranno fare delle modifiche in corso d’opera, purché sia rispettato quanto definito nel concorso d’idee, per cui s’è definita un’aggiudicazione pubblica. Parcheggi, un muro troppo alto e l’obelisco pure, se possibile si interverrà, ma ai parenti interessa poco. Le loro parole hanno sferzato le coscienze dei presenti. Piazzale Paoli non è un caso, ma è la zona più pericolosa dove edificare, lì i palazzi sono stati rasi al suolo, è un simbolo, ha spiegato la Piccinini, intendevamo strappare all’edificazione quel terreno perché pericoloso, ricordando il suo progetto, che avrebbe incluso anche una palazzina di seconde e terze case, mi dicono cedute al Comune. Un progetto pronto dal 2010, ma poi accantonato. La Giunta Cialente votò il bando per il concorso di idee a fine marzo 2013, tra gli elementi fondamentali si decise una fontana monumentale, con la previsione di sospendere l’erogazione dell’acqua, simbolo di vita, ad ogni metà del mese di dicembre, per ricordare l’inizio dello sciame sismico, e da riattivare simbolicamente ogni 6 aprile. Alla fine lo studio d’architetti che s’aggiudicò il bando redasse un progetto che dopo una serie di passaggi in commissione fu votato dal Consiglio comunale il 5 dicembre del 2016, il progetto, inserito nella più ampia riqualificazione che abbracciava anche la vecchia Prefettura, fu aspramente criticato dal consigliere Properzi che avrebbe voluto stralciarlo ma non gli riuscì, è un progetto che modifica sostanzialmente e negativamente l’assetto di piazzale Paoli, commentò l’architetto in Aula, modificandolo in termini sostanziali facendo perdere l’idea dell’Emiciclo e la forma urbana, un progetto approvato da una commissione interna e di qualità modestissima con un obelisco in una spianata, senza qualità architettonica ed artistica. Ma così è andata, potevamo pensarci prima, non c’è più tempo per ragionarci su. Alcune criticità per Liris sono state superate, un intervento unico sul piazzale, una serie di vasche con acqua con un obelisco al centro e nessun intervento né sugli alberi né sulla scalinata. A me interessa il simbolo, quando vedo le vostre facce sull’altezza dell’obelisco mi fa male, ha detto Vittorini, a Ground Zero ci sono due fontane che non hanno chiamato né pescolle né vaschette, quelle persone sono vive e rappresentano qualcosa che è accaduto. Così il nostro Parco della memoria, i cui 309 nomi saranno incisi in quel ricordo. Dopo 55 anni, a Longarone, vanno ogni anno a commemorare i loro morti, noi non abbiamo neanche una scritta del luogo della memoria, è incivile. Antonietta Centofanti, reduce con Vincenzo del viaggio per il ricordo della tragedia del Vajont, ha detto che lì, ci hanno accompagnati gli informatori delle memoria, ragazzi che portano dentro la storia e la tramandano perché non si perda mai nulla. E chi sa se noi, in questo ritardo di dieci anni, non abbiamo già perso qualcosa della nostra storia, a memoria di chi verrà. Il Parco si farà. 833mila euro, di cui 87mila euro circa donati da Eataly di Oscar Farinetti, altre piccole donazioni ed il resto proveniente dal bilancio comunale. Il progetto modificato è stato validato tecnicamente il 27 settembre scorso, dopodiché il passaggio in Giunta, quindi la gara con procedura ristretta.
Ed una corsa contro il tempo per il decennale, nel 2019.