Verso l’approvazione del Polo Universitario ex Ospedale San Salvatore. L’amministrazione Biondi ha riconosciuto il progetto come strategico, di particolare interesse è il diradamento insediativo, si legge nell’atto deliberativo, mediante la delocalizzazione dell’edificio sede dell’Arta Abruzzo che consente di riconfigurare gli spazi pubblici e aperti al pubblico tra il nuovo Polo e la città, valorizzando il sistema di connessione pedonale centro periferia che dal centro storico raggiunge le mura urbiche, (progetto strategico ‘Progetto Mura’ del Piano di Ricostruzione); poi il parco lineare di Viale della Croce Rossa con il collegamento diretto da piazza San Basilio al parcheggio pubblico interrato, (progetto strategico ‘Viale Croce Rossa’ del Piano di Ricostruzione), e infine la prima periferia urbana con Piazza d’Armi. Lo studio di fattibilità dell’Università dell’Aquila col Cnr-Itc, vede l’area ex San Salvatore riqualificata con spazi pubblici, una biblioteca, quella ex provinciale con l’Archivio di Stato, uno studentato, un piccolo auditorium ed ancora uffici e didattica che potrebbero portare ad una svolta per quella porzione di centro storico. Per il momento un protocollo d’intesa che Biondi firmerà con la Asl, l’Università e l’Arta perché intanto l’Arta possa cedere la vecchia sede da demolire all’Ateneo, in cambio di un’altra struttura nel complesso di Collemaggio. L’Università indennizzerà la Asl, che cederà i diritti edificatori, ed eventualmente l’eventuale differenza di valore dell’immobile ceduto all’Arta. La Regione Abruzzo autorizzerebbe l’alienazione a Collemaggio, per una struttura che sarà demolita e ricostruita, dal canto suo il Comune dell’Aquila, a fronte della piazza pubblica da realizzare nel sedime Arta, si impegna a riconoscere i corrispondenti diritti edificatori all’Università, la cui localizzazione sarà stabilita nell’ambito dell’Accordo di Programma. Non oltre trenta giorni dall’intesa, si dovrebbe firmare l’Accordo di programma per il progetto fatto proprio dall’amministrazione Biondi, perché qualifica spazi pubblici e privati, migliora accessibilità e mobilità, cura l’immagine del centro storico e delle sue emergenze come componenti del paesaggio, migliora il rapporto tra l’edificato e il contesto storico-culturale. Bisognerà capire come il polo, nelle intenzioni dei vari enti, troverà spazio nella sua interezza.