Erano in cinquecento ieri, i ragazzi del Cotugno, in assemblea all’aperto per avere spazi, laboratori, luoghi di confronto e socialità, invece di essere sparpagliati in cinque sedi diverse, con i tantissimi problemi che esplodono, perché non hanno una scuola sicura a quasi dieci anni dal sisma del 2009. Incontro all’Auditorium del Parco, non è stato poi concesso per motivi di sicurezza, ha fatto sapere il vice sindaco Guido Liris, quindi la scelta dell’Amphitheatre di Beverly Pepper, inaugurato qualche giorno fa, e ieri già pieno di vita con centinaia di giovani a reclamare i loro diritti. Finalmente uniti, ha detto Tommaso Cotellessa, rappresentante degli studenti del Cotugno, la scuola non è solo banchi e corridoi, è confronto democratico, laboratori al passo con i tempi, la scuola immateriale c’è, manca quella fisica, non siamo Micarelli, Carducci o Geometri, siamo finalmente Cotugno, ha aggiunto soddisfatto della grande partecipazione, anticipando un nuovo incontro nei prossimi mesi. I ragazzi hanno raccontato dal palco della scultura dell’artista americana, il loro disagio per gli spazi che non ci sono, per le stanze troppo calde ed anguste, per la mancanza di laboratori linguistici, soprattutto per i più giovani, e la poca tolleranza di taluni insegnanti per qualche ritardo, tra i ragazzi che arrivano dai Comuni montani. A scuola con i fasciatoi, senza diritti, non facciamoci intimidire dalle ore di assenze dobbiamo restare uniti, tra le tante voci. Emblematica, tra le altre, la testimonianza di un ragazzo di Tivoli, che frequenta il liceo musicale accorpato al Cotugno, ogni anno spendo 2mila euro di convitto, 237 euro di bus di merda dell’Ama, in cinque anni saranno più di 15mila euro, a scuola non posso studiare lo strumento, non faccio nulla, ci rimetterò 15mila euro. Ed ancora un’altra studentessa della terza liceo classico che ha denunciato la totale assenza di progetti, per accumulare ore necessarie all’alternanza scuola lavoro dell’ultima riforma. Problemi gravi, pesantissimi come un macigno per gli adulti che hanno visto tanti giovani uniti, consapevoli dei loro diritti, forti e comunque sorridenti. Nonostante tutto.