Se la ricostruzione fisica dell’Aquila sta procedendo, lo stesso non si può dire della riappropriazione degli spazi urbani da parte della popolazione, ancora largamente sradicata dai luoghi storici e alloggiata in insediamenti satellite, distanti dal centro della città.
L’iniziativa, si legge in una nota stampa, vuole richiamare l’attenzione sul passaggio dalla logica post emergenziale alla necessità di un ritorno alla normalità, fatta di memoria collettiva legata a luoghi di relazioni che lo spazio cittadino è deputato ad accogliere.
All’Emiciclo sono stati installati 30 alberi che rimandano alle radici storiche, culturali e paesaggistiche, così come al desiderio diffuso di radicamento sociale.
A dieci anni dal terremoto che nel 2009 ha distrutto la città, L’Aquila lancia un forte messaggio di rinascita ospitando l’installazione, 30 alberi per ritornare, dalle ore 12.30 alle ore 19.30 a Palazzo dell’Emiciclo.
Il gruppo promotore, formato dal master Emergency dell’Università di Venezia IUAV, l’associazione danese Emergency Architecture and Human Rights, EAHR, e le realtà aquilane rappresentate dall’associazione VIVIAMOLAq e dallo studio Proteo Associati, in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria dell’Università de L’Aquila, l’ABAQ Accademia di Belle Arti de L’Aquila, il Liceo Artistico Statale Fulvio Muzi e l’Ance dell’Aquila, realizzerà l’installazione per interpretare l’esigenza della popolazione di passare alla fase di riappropriazione dei luoghi del centro storico.
È in corso anche una mostra fotografica promossa dal Liceo Artistico, visitabile negli spazi esterni prospicienti l’ex Istituto d’Arte Fulvio Muzi, mentre una performance sonora di Flavia Massimo si terrà alle 16 su via Francesco Crispi, in corrispondenza dell’ex Istituto d’Arte Muzi.
La performance rientra nell’attività promossa dall’Accademia delle Belle Arti di L’Aquila sul ruolo avuto dall’Istituto nella storia culturale cittadina.
Seguirà, infine, la conferenza di presentazione dell’evento programmata per domani a Palazzo Fibbioni, sala Rivera, dalle ore 10 alle ore 13.
Lo spazio, messo a disposizione dall’istituzione regionale, simbolicamente auspica un rafforzamento del dialogo con la comunità sul tema del bisogno di ritornare ad appartenere alla città.
In questo contesto il ruolo dell’architetto diventa quello di interprete delle richieste sociali e di mediatore culturale nella ricomposizione del tessuto sociale. L’Aquila, città con una lunga storia di distruzioni e ricostruzioni, ha sempre dimostrato di saper ricominciare come comunità, compito delle istituzioni è quello di pianificare e favorire questo processo.