E mentre la Provincia dell’Aquila con i suoi 108 Comuni s’attrezza per i tamponi rapidi, 200mila assicurati da domani dal commissario Arcuri, non è ancora sotto controllo la vaccinazione antinfluenzale e stiamo dannatamente indietro sul quella anti covid. E’ di oggi la notizia di un terzo vaccino, efficace al 90%, ma noi non siamo pronti neanche per il primo. E non lo è l’Italia rispetto alla Germania, che ha un piano per non arrivare in ritardo alla più grande opera di vaccinazione mai fatta, è infatti già pronta da metà dicembre, sette giorni su sette.
Noi in Abruzzo che facciamo?
I piani logistici chiesti dal commissario Arcuri non sono completi, ancora devono sciogliere il nodo dell’obbligatorietà del vaccino, e noi non sappiamo se il nostro assessore alla Salute Nicoletta Verì, pronto per presentare oggi in conferenza stampa alle 12 il Piano d’assistenza di malati covid, ancora?, ha in mano la situazione. Servono idonee strutture nelle province, capacità di conservare i vaccini a meno 80 gradi, quindi idonee celle frigorifere, ci dovrà essere un punto di conservazione e somministrazione dei vaccini anti covid ogni 20/30mila cittadini, in tutto 2 o 3mila le strutture di riferimento in Italia, servono punti di somministrazione, una doppia somministrazione, negli ospedali e nelle Rsa e noi non sappiamo ad oggi una beata mazza. Zero.
La quota percentuale dei vaccini spettanti all’Italia in ambito Ue è del 13.5%, un modello come quello tedesco, che comunque già ci ha umiliato perché è avanti a noi anni luce e l’introduzione di una app per chi si vaccinerà, per verificare la somministrazione della doppia dose ed eventualmente gli effetti. Solo la prima fase si concretizzerà negli ospedali, dopodiché la vaccinazione di massa anche nei drive in.
E ancora non parte una campagna d’informazione e di sensibilizzazione a livello nazionale e territoriale, come pure una chiarezza sulle fasce più a rischio che hanno la priorità, sanitari e chi lavora in quell’ambito, e anziani, dovremmo essere informati sui risultati della sperimentazione su di loro, mentre continuiamo solo a farne morire a centinaia al giorno, siamo infatti giunti, in totale, a 50mila morti. Se arriverà il via libera dell’Agenzia europea del farmaco, entro l’anno o subito dopo l’inizio dell’anno, saranno disponibili le prime dosi in Italia. Si comincerà da quelle che arriveranno prima, pare. 5mln e mezzo circa di dosi, e di quest’ultimo uscito di AstraZeneca, che ha uno stabilimento di produzione vicino Roma, 3mln e 4; poi c’è lo Pfizer, che va conservato a meno 80 gradi, quindi le dosi del vaccino di Moderna con cui la Commissione Ue è in trattativa con un preaccordo. Guido Rasi, dell’Agenzia del farmaco avvisa che la reale efficacia si valuterà a distanza di tre o sei mesi, è fondamentale la piattaforma su cui lavorerà la stessa Agenzia, che dovrebbe dialogare con la app per tracciare i vaccinati e gli effetti.
Dopo Immuni, in Italia sembra fantascienza, e ancor più in Abruzzo dove rischiamo di restare dietro alle Regioni più avanzate, in un Paese che resterà sempre più indietro rispetto agli altri Paesi europei più svegli e organizzati, che lavorano per uscirne.
Aspettiamo notizie dalla Verì, appena può. E le attendiamo anche sui vaccini antinfluenzali. L’emergenza è planetaria, sappiamo che il presidente Marsilio non li nasconde nel cassetto, come ha redarguito ufficialmente qualche giorno fa e che ha già risposto 10 volte alla stessa domanda, dunque ne ha già distribuiti ed effettuati oltre la metà di quelli previsti, che per la cronaca sono molti di più di quanti ne acquistammo gli scorsi anni. Una campagna che durerà fino a gennaio e tre quarti delle persone della scorsa campagna già vaccinati dalle Asl e medici di famiglia, le fabbriche di vaccini non si costruiscono in pochi mesi. Comprensibile anche la corrosività, ma la gente, sullo stato dell’arte, va informata.