Un’altra L’Aquila prova a rinascere con progetti vivi, ma la città stamattina, nell’Aula magna di Scienze, non c’era. C’era la rettrice Paola Inverardi ed il rettore Eugenio Coccia del GSSI, con la moderatrice Teresa Giaquinto della Struttura di Missione, professori e ricercatori. Un’università che è cambiata dal 2009, come ha spiegato la rettrice, e la sicurezza delle strutture dopo il terremoto dello scorso gennaio come priorità, per un ateneo che sulle 309 vittime del sisma ha pagato, con 55 studenti deceduti per lo più fuori sede, il prezzo più alto. Gli studenti non sono diminuiti, il picco peggiore delle perdite è stato nel 2009 con 1000 studenti persi su una popolazione di 24mila iscritti. Ed un sostanziale bilanciamento tra le entrate e le uscite studentesche per l’anno accademico passato. Quindi la sicurezza e poi gli spazi a disposizione delle realtà che chiedono di entrare e collaborare, come la Galleria degli Uffizi, il colosso cinese ZTE per il 5G, le due piccole realtà del CNR e l’Ingv. La promozione di una nuova e giovane imprenditorialità dove una buona idea potrebbe trovare la via di essere realizzata anche nei settori sociali e culturali a Palazzo Carli, in vista della terza e quarta Rivoluzione industriale. Ed infine quattro nuove lauree magistrali, una con la Sapienza, per Scienze dell’Atmosfera, vista la presenza del Cetemps ed i tanti iscritti a Roma; la seconda per il Big Data; la terza per Modelli matematici applicativi ed infine una triennale in logopedia perché in Italia non c’è. Quindi la riqualificazione dell’ex San Salvatore, unico esempio, per la rettrice, di come non era e dov’era. Coccia ha poi rivendicato come il GSSI possa ambire a diventare unica scuola ad ordinamento speciale nel centro sud, tra le sei italiane, a valenza europea e mondiale. Circa la metà degli studenti vengono dall’estero, un premio Nobel, Barry Barish, è nel comitato scientifico, la ricercatrice Marica Branchesi è tra le dieci persone più influenti al mondo, molti docenti rientrati in Italia dall’estero per insegnare qui e più del 90% dei giovani iscritti che si sono sistemati almeno con un posto da ricercatore. Un piccolo campus nato alla Villa comunale, con la sede nell’ex Isef, le residenze all’ex Grande Albergo ed il Rettorato all’ex Gil in una città che sta reagendo, bisognerà fare rete ed offrire una città vivibile ai ragazzi che ne saranno attratti. Quando si comincia?