La paralisi nella ricostruzione pubblica e del patrimonio culturale penalizza L’Aquila e il cratere 2009, sottoposti a regime commissariale fino al 2012 e poi in ordinaria amministrazione ma senza prevedere gli imbuti, in particolar modo del Segretariato ai beni culturali e del Provveditorato alle opere pubbliche, con pochissimo personale e una burocrazia schiacciante come un caterpillar. Teniamo duro, ma tiriamo a campare con l’asse centrale ingoiando a fatica i fantasmi ai Quattro Cantoni e quelli di tutti i cantieri pubblici rimasti a mezz’aria dei nostri teatri, cinema e beni culturali, che tra un cavillo e una lentezza, un ritardo e un arzigogolo ci hanno lasciato al palo e alla deriva verso il dimenticatoio, nella più totale incapacità di spesa.
A ricordare le elezioni politiche del 2018, l’Abruzzo espresse 21 parlamentari, 14 deputati e 7 senatori, 11 del M5Stelle, dal cui impegno non è mai uscito un pensiero univoco per il capoluogo di Regione, centro nevralgico d’Abruzzo, piaccia non piaccia. Pensiamo a Primo Di Nicola nella sede Ance, quando come giornalista incalzava l’allora sindaco Cialente sulla situazione, sulla mancanza di una visione, sui ritardi, su tutto, Di Nicola conosceva bene il post sisma ma non lo abbiamo più sentito. Che ne è di D’Alessandro e D’Alfonso? Bagnai e Pagano? Quagliariello, Rotondi e Martino? Che gli interessasse o meno dell’Abruzzo e del capoluogo da ricostruire nei suoi beni pubblici poco importa, lo scranno lo hanno avuto grazie alla nostra Regione, eppure battaglie di tutti per un principio sacrosanto qual è quello di una ricostruzione pubblica non se ne vedono.
Neanche in queste ore in cui si dibatte sul decreto Semplificazioni e sul Codice degli Appalti, per trovare la via di snellire procedure sfiancanti per i lavori pubblici e sbloccare le grandi opere, per ricominciare con un altro passo, generando occupazione. Nel dibattito l’Abruzzo parlamentare è il grande assente nonostante il fardello pesantissimo della ricostruzione post sisma 2009 e 2016/’17 che per carità, sicuramente Legnini starà gestendo bene, evitando proprio le lentezze e i cavilli che ci stanno affossando, ma in queste procedure più veloci va inserita subito L’Aquila.
C’è qualcuno che vuole dire qualcosa? Sta nascendo una commissione speciale per dimezzare i tempi di pareri ed autorizzazioni con poteri sostitutivi, forse sarà un nuovo carrozzone forse no, il problema enorme è che da noi non se ne parla proprio. Zero proposte e zero confronto, con un dibattito pubblico sempre più insignificante o squalificante.