12 Feb 23

Turchia, sciacalli e arresti di palazzinari

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso tolleranza zero verso sciacalli e costruttori negligenti. Dieci persone sono state arrestate per furti e saccheggi nella regione dell’Hatay e altre due ad Adiyaman. Erdogan però, che aveva ammesso che il proprio Paese non era preparato per una catastrofe di queste dimensioni, sa che la ricerca dei responsabili dei crolli è un tema fondamentale, anche in vista delle elezioni del prossimo 24 maggio, rileva un’Agi.

In tutto, in base a quanto riporta l’agenzia di stampa Anadolu, sono 122mila 152 i palazzi crollati o pericolanti ispezionati (29mila sono quelli buttati giù dal terremoto, altri sono stati abbattuti o dichiarato inagibili e in attesa di abbattimento ndr) almeno in 6mila 400 di questi sono state riscontrate irregolarità palesi.

Recep Tayyip Erdogan

Ispezioni da cui sono stati poi spiccati 130 mandati di arresto nei confronti di costruttori negligenti, accusati di aver utilizzato cemento di qualità scadente o aver imbottito i muri di polistirolo in proporzioni ben oltre di quelle necessarie all’isolazione.
Mandati d’arresto che riguardano dieci delle province colpite dal sisma.

Il governo non ha alcuna intenzione di lasciare a piede libero i responsabili e la caccia è stata aperta, anche con l’istituzione di un’unità di investigazione speciale per i crimini legati al terremoto. Costruttori, imprese edili, aziende produttrici di cemento, architetti, ingegneri, geologi e sovrintendenti sono nel mirino della giustizia turca. Sabato sera la polizia ha arrestato due persone responsabili della costruzione di diversi edifici crollati ad Adiyaman all’aeroporto di Istanbul. I due tentavano di fuggire in Georgia.

Altri due ingegneri sono finiti in manette a Gaziantep per aver firmato un progetto che, attraverso l’eliminazione di colonne portanti, ha creato nuovi spazi abitativi in un grande palazzo collassato, riporta ancora l’Agi. La procura di Adana ha ordinato la detenzione di altre 62 persone, tutte coinvolte nella costruzione di edifici crollati. Stessa cosa a Diyarbakir, dove i mandati d’arresto spiccati sono 33. Altre 8 persone sono state arrestate a Urfa e altre 4 ad Osmaniye per negligenza nelle costruzioni.

Lo scorso venerdì sera un costruttore è finito in manette con l’accusa di aver costruito un grande complesso residenziale con cemento di pessima qualità ad Antakya. Palazzine nuove dove ci sono stati decine di decessi. L’imprenditore è stato arrestato all’aeroporto di Istanbul mentre cercava di fuggire in Montenegro.

Intanto il bilancio del terremoto che ha colpito il sud della Turchia, ormai raggiunto proporzioni catastrofiche con oltre 40mila vittime accertate nelle 11 province colpite. Il sisma più letale della storia della Turchia, che solo nel 1939 visse una tragedia di proporzioni simili con il terremoto di Erzincan, quando i morti furono 35mila. Più di 2mila400 le scosse di assestamento.

Numeri impressionanti per le forze in campo: 233mila persone sono impegnate tra protezione civile, polizia, gendarmeria, esercito, personale medico e di supporto psicologico, volontari, personale della sicurezza locale e 122mila mezzi pesanti a sgombrare le macerie di uno scenario da conflitto nucleare. Tra questi anche 32mila uomini delle squadre di soccorso, più di 9mila dei quali, provenienti dall’estero.

Le notizie buone riguardano i dimessi dagli ospedali e dalle decine di ospedali da campo, circa 148 mila, mentre civili, bambini e neonati sono ancora estratti vivi dalle macerie.