Nei giorni scorsi si è dimesso Walter Capezzali, presidente della Deputazione abruzzese di storia patria, per essere stato escluso dalle proposte finanziabili con risorse pubbliche per la ripresa post sisma.
Il progetto che non ce l’ha fatta è Sismaq, e raccoglie fonti, documenti, testimonianze ed articoli di giornali. A tal proposito è intervenuto oggi il Sindaco Biondi, spiegando che la commissione chiamata a giudicare i progetti per l’erogazione dei fondi legati al decennale del sisma, ha operato sulla scorta di una griglia di punteggi prefissati e oggettivi come, ad esempio, la possibilità dei proponenti di agire in partenariato con altri enti o associazioni, oppure di poter contare su una quota di cofinanziamento.
Tali parametri, gli stessi utilizzati per giudicare tutti i progetti e esplicitati nel bando, hanno formato un punteggio non sufficiente per Sismaq, non essendo in esso previsto né il coinvolgimento di partner pubblici o privati, né il cofinanziamento se non per una modesta quota.
Quando si è trattato di valutare sulla base di parametri più discrezionali, come quelli con cui si chiedeva di mantenere viva la memoria collettiva del territorio come strumento di coesione sociale, la valida proposta ha ottenuto un giudizio molto alto, sottolinea il sindaco, invitando il presidente Capezzali a ritirare le sue dimissioni, perché un’istituzione prestigiosa come la Deputazione abruzzese di storia patria ha bisogno di essere guidata da un aquilano, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Nei suoi confronti è alta l’attenzione dell’amministrazione comunale che ha ripristinato un contributo proprio in ragione del valore culturale e intellettuale dell’attività svolta, conclude Biondi.
E in realtà i problemi di Capezzali sono i problemi di tutti i piccoli le cui proposte, pur avendo un valore culturale scontano la mancanza di fondi propri, una rete culturale capace di generare circuiti virtuosi e la possibilità di anticipare risorse per poi contare di riprenderle, parliamo di fondi pubblici, un paio di anni dopo quando va bene.
E mentre ciò accade, succede anche che Stefania Pezzopane, da sempre attenta alle urgenze della cultura e delle istituzioni storiche che in parte la rappresentano, stigmatizzi il fatto che la Sinfonica non riesca ad incassare fondi ad essa destinati dal Cipe e finché non incassa non riuscirà a mostrare fatture e rendiconti, giudica per questo, grave, la situazione, ed annuncia un’interrogazione al ministro. Che va benissimo. Ci vorrebbe tuttavia il giusto mezzo.
Perché nessuno può anticipare, né i grandi enti né i piccoli. E se i piccoli devono pensare a darsi da fare di più per sopravvivere, non è richiesto lo stesso sforzo alle istituzioni storiche, neanche a provarci, neanche a guardarsi intorno, neanche a provare a fare rete, neanche a fare i conti con l’interesse di sponsor privati, neanche a misurarsi con la realtà e con il mercato.
Con cui dovranno per forza misurarsi, perché le regole stanno per cambiare, almeno quelle del Regolamento per assegnare i contributi ordinari da parte del Comune dell’Aquila agli enti Fus, sostenuti dal Fondo unico per lo spettacolo. Sarà meglio farci i conti subito così da evitare brutte sorprese future.