Incantate come le fiabe in cui questi animali sono protagonisti, così possono essere descritte le immagini dei giovani gufi comuni appena involati riprese in provincia di Pescara dagli attivisti della Stazione Ornitologica Abruzzese.
Ho individuato il sito di riproduzione a Spoltore in provincia di Pescara proprio grazie agli inconfondibili richiami dei giovani appena usciti dal nido e impegnati nei primi voli per conoscere il mondo intorno. Il gufo comune è una specie abbastanza diffusa in Italia e in Europa dove nidifica solitamente in vecchi nidi di cornacchia grigia, anche in aree peri-urbane. Per questo i tagli degli alberi che si moltiplicano anche in aree protette in piena stagione riproduttiva può significare la distruzione delle uova o l’uccisione di tanti pulcini, spiega Giulia Pace, consigliera SOA e autrice delle immagini. D’inverno invece si raduna in gruppi in dormitori comuni di 10-30 esemplari. Uno di questi era sui colli di Pescara, su un pino. Mangiano soprattutto micromammiferi, dai topi selvatici ai ratti nelle aree più urbanizzate. Una parte degli individui presenti in Italia proviene dal nord Europa, come dimostra la ricattura di un individuo inanellato come pulcino in Germania poi ripreso in provincia di Chieti,
Per Rosario Balestrieri, ornitologo e divulgatore scientifico esiste una branca intera dell’ornitologia che studia i canti e i versi emessi nelle diverse condizioni e momenti della vita di questi animali. Recentemente, ad esempio, in due passeriformi comuni anche in Italia, il codirosso spazzacamino e il codirosso, i ricercatori hanno scoperto che gli adulti tendono ad imbeccare di più i pulcini con cui hanno una maggiore interazione vocale. In sostanza gli adulti nutrono di più i pulcini con cui “parlano” di più. Chissà se questo vale anche per i gufi segnalati, così intenti ad emettere vocalizzazioni che altrimenti avrebbero il costo di farsi individuare da eventuali predatori.
I gufi sono tra gli animali più usati in fiabe, leggende e nei fumetti, per gli occhi grandi, la capacità di girare la testa per 270 gradi, il volo silenzioso grazie alle particolari caratteristiche del piumaggio e, non ultimi, i versi che hanno incuriosito e spesso atterrito i viandanti sui sentieri nei boschi. Purtroppo si sta diffondendo un uso a nostro avviso distorto e diseducativo di questi animali e dei loro parenti come il barbagianni, con spettacoli a pagamento e non in cui vengono mostrati in pieno giorno magari sotto il sole a picco quando sono animali spiccatamente crepuscolari e notturni. Situazioni che forse dovrebbero suscitare tristezza e una profonda indignazione. Basterebbe essere consapevoli che intorno a noi questi splendidi animali volano liberi e che la tecnologia oggi ci permette di ammirare senza tenere in cattività esemplari di specie che non hanno subito la domesticazione, che non erano neanche usati storicamente per la falconeria e che quindi mantengono le loro caratteristiche comportamentali selvatiche. Il nostro invito è invece di essere curiosi in natura, aguzzando la vista o usando l’udito per scoprire queste specie nel loro ambiente, commenta infine Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese.