Abruzzo è un album bellissimo. Narra di musica popolare, di saltarello, spallate e ballarelle, di tradizioni, terra e parole, di radici e suoni, con 11 musicisti e anime danzanti sulla via della Transumanza, ballando e cantando antichi riti popolari verso la Puglia, per abbracciare la taranta salentina che il saltarello pure ricorda.
Otto pezzi tra organetto e fisarmonica, chitarre, mandolino e zampogna, ciaramella, flauti e tamburelli, basso elettrico, batteria e percussioni, arrangiati e rivisitati dal maestro Danilo Di Paolonicola, ideatore del progetto assolutamente innovativo, interpretato dall’Orchestra popolare del Saltarello, con le voci di Antonella Gentile; Armando Rotilio, voce e percussioni; Alessandra Ventura, Anissa Gouizi, Federica Di Stefano e Alpha Sall; ed ancora Alessandro Tarquini, violino; Manuel D’Armi, zampogna e ciaramella; Gionni Di Clemente, chitarra e bouzouki; Marco Di Natale, basso; Alex Paolini, batteria; e poi la voce di Emanuela Donati in Vola Vola con il flauto di Mauro Baiocco e la chitarra di Alessandro Nosenzo in Addio Addio Amore.
Un lavoro autoprodotto ed una lettura colta e articolata di vecchi canti popolari, come Vola Vola o Maria Nicola, rivisitati e contaminati da generi attuali, senza mai dimenticare i ritornelli e le belle arie che ci hanno insegnato i nonni. Una fisarmonica magica, quella del maestro Di Paolonicola, che riscopre i nostri luoghi, bacia il sud per risalire verso nord, arrivando nella Francia dell’accordéon e de Les Négresses Vertes, toccando il folk balcanico. Suoni jazzati e rappati, voci curatissime e accorate, come quella della vedova in Mare Maje, che poi si accende in un’irresistibile ballata, guardando a est e alle culture dei tanti popoli radicati nelle loro terre, mai dimenticando i pastori, i riti pagani di Diasill, tra dialetto e funky, musette, e i viaggi intensi nel cuore delle stagioni.
Profonda e appassionata la voce di Armando Rotilio in Addije Addije Amore, Domenico Modugno l’aveva magistralmente interpretata, Armando, sulle tracce storiografiche che conducono il pezzo in Abruzzo, riesce a farla sua con l’ormai inconfondibile timbro lirico-popolare, tra basso, violino, armoniche e percussioni, che avanzano potenti dalle viscere della terra.
In copertina la presentosa d’Abruzzo, l’antico gioiello femminile dei mastri orafi con il gallo che suona la sveglia, la sveglia all’alba per il lavoro nei campi, l’alba per le pecore tra le montagne in primavera, l’alba dell’arrivo in Puglia con le greggi a viaggio finito, tra canti e balli, saltarelli e tarante, l’alba della sveglia alla nostra contemporaneità indifferente alla storia, alle arti e alla cultura dei popoli.
Abruzzo è un album da scoprire in ogni angolo, nei pezzi di Danilo Di Paolonicola, docente di Fisarmonica Diatonica al conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, considerato tra i più esperti conoscitori delle musiche popolari del mondo, fusi in una rara intensità armonica, tra evidenze storiografiche, radici e sensi perduti, da ascoltare insieme ai nonni nei ritornelli mai compromessi, in un incrocio tra generazioni per tornare a guardare alla nostra Regione e al suo futuro, forti del passato, orgogliosi di appartenere alle aree interne, con una nuova energia e autentica passione, quella che riesce a unire e mai a dividere.