Il 18 gennaio 2017 una valanga di neve, ghiaccio e detriti del peso di 120mila tonnellate travolse e distrusse l’hotel Rigopiano uccidendo 29 persone.
Commemorazione privata a ricordare i 29 Angeli di Rigopiano, un pannello a memoria e 29 fiaccole accese per la processione.
Non è questa l’Italia che vorremmo. Pretendiamo giustizia e la chiederemo finché vivremo. Rigopiano è stata una vergogna, così la madre di una delle vittime.
Oggi rappresento uno Stato, ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che vuole essere qui in silenzio a dire ai familiari delle vittime che è al loro fianco e lo sarà sempre, che chiederà scusa ogni volta che ci sarà da chiedere scusa per non aver avuto la capacità di difendere le vite e proteggere i loro familiari. Lo Stato ha il dovere istituzionale e morale di dare giustizia, sapendo che quella verità non riporterà indietro figli, madri, padri e fratelli morti tre anni fa.
Siamo qui come tre anni fa non solo per esprimere la nostra vicinanza a chi ha perso i propri cari in questa immane tragedia, ma per testimoniare il nostro impegno come amministratori. La Regione Abruzzo è al lavoro e metterà in campo tutti le azioni necessarie affinché catastrofi come questa non si ripetano più, ha assicurato il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri nel corso della commemorazione.
E in effetti per il direttore del dipartimento regionale Territorio e Ambiente, Pierpaolo Pescara, se non ci saranno imprevisti, entro la primavera ci sarà una prima bozza della relazione sulla Carta delle Valanghe.
A tre anni dalla tragedia prosegue l’iter per l’approvazione della Carta di localizzazione del pericolo da valanghe (Clpv), di cui la Regione avrebbe dovuto dotarsi dal 1992, uno degli elementi cardine dell’inchiesta che riprenderà a fine gennaio.