La Procura di Pescara per la tragedia all’hotel Rigopiano di Farindola ha chiesto 25 rinvii a giudizio sul filone dell’inchiesta principale.
Crollo costruzioni e disastro colposo, omicidio e lesioni colpose, abuso d’ufficio e falso ideologico i reati ipotizzati. La vicenda giudiziaria ora passa al vaglio del gup, che in sede di udienza preliminare dovrà pronunciarsi sulla richiesta della Procura.
Due anni fa la valanga travolse l’albergo procurando la morte a 29 persone.
Gli imputati sono 25 tra cui l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, l’ex presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta.
L’inchiesta del procuratore capo Massimiliano Serpi e del sostituto Andrea Papalia si sono focalizzate sulla mancata realizzazione della Carta valanghe; sulle presunte inadempienze relative alla manutenzione e lo sgombero delle strade di accesso all’hotel; e sul tardivo allestimento del centro di coordinamento soccorsi.
Gli altri 22 imputati nel procedimento sono i direttori e i dirigenti del dipartimento di Protezione civile, Carlo Visca, direttore del dipartimento dal 2009 al 2012 e Vincenzo Antenucci, dirigente Servizio prevenzione rischi e coordinatore del Coreneva dal 2001 al 2013; il tecnico del Comune di Farindola Enrico Colangeli; Bruno Di Tommaso, gestore dell’albergo e amministratore e legale responsabile della società Gran Sasso Resort Spa; Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, rispettivamente dirigente e responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara; Leonardo Bianco e Ida De Cesaris, rispettivamente ex capo di gabinetto e dirigente della Prefettura del capoluogo adriatico; Pierluigi Caputi, direttore regionale dei Lavori pubblici fino al 2014; Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile; gli ex sindaci di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico; il tecnico geologo, Luciano Sbaraglia; Marco Paolo Del Rosso, l’imprenditore che chiese l’autorizzazione a costruire l’albergo; Antonio Sorgi, direttore della Direzione parchi territorio ambiente della Regione Abruzzo; Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della Gran Sasso Spa di intervenire su tettoie e verande dell’hotel; Andrea Marrone, consulente incaricato da Di Tommaso per adempiere le prescrizioni in materia di prevenzione infortuni; Emidio Rocco Primavera, direttore del Dipartimento opere pubbliche; Giulio Honorati, comandante della Polizia provinciale di Pescara; Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il piano di reperibilità provinciale; Sabatino Belmaggio, responsabile del rischio valanghe fino al 2016; la società Gran Sasso Resort & Spa.
Ad occuparsi delle indagini sono stati i Carabinieri forestali di Pescara. La vicenda giudiziaria passa quindi al vaglio del gup, che in sede di udienza preliminare dovrà pronunciarsi sulla richiesta della Procura.