Il sindaco Biondi, i primari Marinangeli e Grimaldi, hanno chiesto alla ASL del manager Roberto Testa, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio, una riorganizzazione del personale a livello provinciale e il potenziamento delle cure Covid a casa, perché più si riescono a curare in tempo le persone a casa, più si evita il collasso del sistema sanitario.
Abbiamo superato la soglia critica del 30% dei posti occupati in terapia intensiva, che succederà? Che sta facendo la Asl, ora, non tra un mese?
Le risposte da Pescara per i tamponi arrivano dopo una settimana, un ritardo fatale, all’Aquila le macchine non hanno reagenti perché le hanno acquistate per un unico esclusivo reagente che non ci manda più nessuno. Vito Albano, a nome dei medici di famiglia, ha detto chiaramente che per i tamponi veloci, quelli che dovrebbero fare loro per velocizzare il sistema, non hanno spazi perché i condomini minacciano diffide a farli negli studi. Ha chiesto anche spazi per l’isolamento di chi vive in abitazioni piccole, per isolare i malati dai familiari sani e non ha avuto risposte, ha chiesto il raddoppio delle auto per visitare le persone a casa, perché con le due Usca riescono a soddisfare 7/8 richieste al giorno, sulle 30 che arrivano, perché anche per la vestizione/sanificazione occorre tempo e non ha avuto risposte. Peraltro una delle due Unità è decimata dal Covid, 3 dei 5 medici sono positivi, e ha poi chiesto un Com perché manca un interlocutore per la medicina sul territorio, quella fondamentale, la trincea che dovrebbe aiutare gli ospedali, un Com per ogni distretto sanitario, ma non si sa nulla. Come pure sulla Tac dedicata ai malati Covid.
Cosa ha fatto la Asl in sette mesi, se è il professor Marinangeli della rianimazione, a dover lavorare oggi, in piena emergenza, su percorsi separati e qualitativamente all’altezza sia per i malati ordinari, a cui va garantita assistenza in tutta sicurezza, che per i malati di coronavirus? Albano ha anche lamentato i ritardi inaccettabili nella consegna dei vaccini, che pure possono arginare questa terribile ondata, ma sette mesi non sono stati sufficienti alla Asl per organizzarsi.
I pediatri sono a tamponare una deriva, non hanno un numero diretto per comunicare con il Servizio Prevenzione, non hanno i dati aggiornati dall’Ufficio scolastico regionale per le classi in quarantena, ha riferito Emanuela Iorio, e rischiano sempre di reinserire, senza tampone, bambini asintomatici a scuola, ricominciando la roulette russa del contagio a scuola e a casa. Comunque al momento le scuole non saranno chiuse.
I dati sono inquietanti, Pescara 1.000 casi/L’Aquila 900, dobbiamo spostare il fronte sul territorio, ha ribadito il professor Grimaldi, ma siamo scoperti anche sui tamponi e Testa ha dichiarato che è stata suggerita una valutazione sui carichi di lavoro e una processazione in fasce orarie meno cariche, anche di notte. Ma che risposta è?
Sulla prevenzione e tracciamento dei contatti, al 3 novembre c’erano 3.647 positivi, 3mila in meno di un mese, ha riportato il responsabile per l’epidemiologia Enrico Giansante, 1.551 all’Aquila, in un mese ci siamo ritrovati a controllare 30mila persone il tracciamento è difficoltoso ma abbiamo tenuto. Dobbiamo curare il più possibile a casa, le Usca vanno incrementate, va fatta una campagna di sensibilizzazione. Sulla possibilità di un laboratorio tamponi all’università, il direttore sanitario Sabrina Cicogna ne ha fatto una questione di principio, in un momento così difficile?, mentre sulle dimissioni veloci per ricoverare malati gravi subito, come sollecitato dal professor Grimaldi, non abbiamo capito ancora cosa farà la Asl.
Al San Salvatore 90 operatori sono malati o assenti per Covid, il concetto di organizzazione in emergenza e informazione/comunicazione esige strategie professionali sulle quali sarebbe il caso intervenisse anche l’Ordine dei giornalisti, le risposte del management della Asl, sono assolutamente inadeguate. L’emergenza è piena, il Ministero della Salute valuterà l’inserimento in zona gialla/arancione/rossa, anche per la capacità di risposta del territorio, oltre che ospedaliera, stiamo rischiando di grosso il lockdown, qualcuno ci metta mano subito.