Tracce delle antiche mura urbiche dell’Aquila, sono state trovate in uno scavo su via Roma, ma la Sovrintendenza probabilmente si fermerà, sa benissimo che lì sotto ci sono le antiche mura, e proprio sotto quel tratto viario hanno già transennato il cantiere per la ricostruzione della palazzina degli anni ottanta, demolita dopo il sisma, perché è stato ritrovato il leone di epoca romana, altri fregi antichi e una tavola amiternina, praticamente un calendario su pietra. In questo cantiere, insisteranno archeologi ed esperti della Sovrintendenza, a cercare tracce settecentesche della storia dell’Aquila, i risultati, avranno 40 giorni di tempo per fare una relazione sulle loro scoperte, saranno poi resi noti e messi a disposizione dell’amministrazione civica e dei cittadini, come prova documentale delle origini del capoluogo. Oltre questo, probabilmente non andremo. Con i resti dell’epoca romana, sono stati trovati anche residui di ceramiche smaltate, la prova, che i reperti sono stati maneggiati in epoca recente, di certo quando sono stati fatti gli scavi per costruire abusivamente quella palazzina e non è detto che verrà fuori il secondo leone, se tuttavia ruberie ci furono, non lo potrà dimostrare nessuno. La Tuteri, Sovrintendente ai beni archeologici per l’Abruzzo, s’è lasciata sfuggire che comunque L’Aquila ha fretta di essere ricostruita, ci sono delle aspettative, tempi stretti e carenza di risorse di cui si dovrà tener conto nelle scelte che si faranno. Nelle carte della città, successive al terremoto del 1703, Porta Barete scompare, probabilmente distrutta dal sisma, restano le tracce dell’antiporta da ritrovare, ma manca l’impostazione politica: non è stata una scelta determinata, da parte dell’amministrazione Cialente, volta al recupero della storia antica della città. Siamo fuori tempo massimo. E’ giusto che la cittadinanza lo sappia, la politica che li amministra ne è consapevole dal 2010, ha voluto fare scelte, messe nero su bianco nel Piano di ricostruzione, che con un team di urbanisti d’apparato hanno privilegiato le speculazioni. Cioè colate di cemento che, secondo i loro piani, riqualificheranno quartieri popolari come la Lauretana, su Santa Croce, Valle Pretara o Santa Maria di Farfa. Delle mura antiche e di un progetto di più ampio respiro che recuperasse le antiche porte d’accesso al borgo medievale, alcune murate, l’amministrazione civica non ha mai voluto parlare, né s’è mai confrontata con la società civile e le Sovrintendenze.