La terribile vicenda del piccolo Tommaso D’Agostino, con il lutto che ne è derivato alla famiglia e alla intera comunità aquilana deve indurre tutti, a cominciare dagli operatori dell’informazione, ad assumere un atteggiamento di sobrietà nella ricerca di notizie e testimonianze, così il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, raccogliendo l’invito dei legali e dei familiari della piccola vittima. La necessità di informare su quanto accaduto un’opinione pubblica sconvolta, la ricerca di dettagli e particolari, non può e non deve contrastare, da parte degli operatori della informazione, con l’assunzione di un atteggiamento ispirato a senso di responsabilità e di umanità. Soprattutto perché siamo in presenza di una vicenda che coinvolge anche altri minori, oltre alla piccola vittima, ed è dunque necessario fare costantemente riferimento alle nostre norme deontologiche in materia, conclude.
La famiglia non vuole rapporti con i mezzi di comunicazione, non vogliono essere ripresi dalle televisioni, spiegava ieri uno degli avvocati, capiamo che tutti lavorano ma non vogliono essere cercati, se serve rivolgetevi a me, non vorrei essere frainteso, cerchiamo di preservare la loro vita.
E il loro dolore deve essere rispettato, un conto il diritto di cronaca, un conto la morbosità del particolare che nulla aggiunge alla tragicità del momento e al fatto che l’opinione pubblica è informata, sa quello che è accaduto.
Non vogliono rapporti con i mezzi di comunicazione, ma niente, insistiamo con le foto di Tommaso, ci attacchiamo a quella di quando giocava in casa, pur di scrivere sui social voglio ricordarlo così, l’inviolabilità di una famiglia distrutta non conta nulla, il rispetto e la sacralità di quei momenti rubati a tutti i costi, per un voglio ricordarlo così senza averlo mai conosciuto, la dice lunga su quanto siamo disposti a stritolare la riservatezza di una famiglia normale, pur di apparire.
Peraltro è lutto cittadino. Lutto cittadino. Oggi pomeriggio i funerali nella basilica di Collemaggio alle 15.30. Sicuramente la basilica è gigantesca e quel non vogliono essere ripresi dalle televisioni, difficilmente potrà trovare rispetto mentre il diritto di cronaca andrà garantito, speriamo solo di non dover assistere a un assalto alla diligenza, in particolar modo dai segugi del nazionale a caccia dell’esclusiva, perché nulla li fermerà. Lo sappiamo bene noi del 6 aprile 2009, quando per raccontare la nostra tragedia, parecchi cronisti, non tutti, ci spiegavano cosa dire, quando dirlo e solo se di loro specifico interesse, speriamo bene. C’è un’azione giudiziaria in corso e i legali delle famiglie cercano di proteggere i loro assistiti, sarà un percorso delicato, delicatissimo.