Sarebbero ad oggi 37, i creditori della M&P, la società consortile che ha gestito il megaparcheggio di Collemaggio e quelli a pagamento del centro storico per circa vent’anni, dichiarata fallita con sentenza del tribunale depositata il 30 novembre scorso.
Una corsa contro il tempo di tanta gente, tante famiglie della piccola cooperativa di lavoratori, che aspettano di essere pagati da anni senza successo. E c’è anche il Comune dell’Aquila, con cui la società aveva la convenzione per gestire i parcheggi, per oltre un milione e mezzo di euro di crediti, tra cui tributi mai versati.
Il 21 febbraio prossimo alle ore 12 il tribunale verificherà i debiti con il curatore fallimentare Calvi Moscardi, che aveva già chiesto un differimento dell’udienza, fissata inizialmente al 13 gennaio, per oggettive difficoltà dovute ai tempi ristretti.
Bisognerà capire come stanno le cose, avendo la società gestito ingenti incassi pubblici su centinaia di posti auto e non avendo, scrive il giudice nella sentenza, depositato i bilanci successivi a quelli del 2018. Fin dai primi anni 2000 è stato a capo dell’assetto consortile l’imprenditore Lorenzo Santilli, poi presidente della Camera di Commercio fino al 2020, oltre che socio e amministratore della Felici costruzioni srl, che pure detiene il 19% delle quote della M&P, lasciando poi le redini nelle mani del fratello Mauro.
A un certo punto la M&P non è più riuscita a fronteggiare la schiera di creditori, vista l’infruttuosità delle plurime azioni esecutive mobiliari esperite dai creditori istanti la richiesta di fallimento, si legge nella sentenza, in particolare si menziona quella esperita presso la sede sociale in data 28.11.2019 con esito negativo, e quella presso terzi, nell’ambito della quale sono state acquisite dichiarazioni integralmente negative.
Il giudice Niccolò Guasconi ha peraltro rilevato la rinuncia, depositata dalla stessa M&P il 21.6.2021, a procedere in concordato prefallimentare, risultando dimostrato lo stato di insolvenza della debitrice e rilevando un palese incapacità a far fronte con regolarità e con mezzi ordinari di pagamento all’adempimento delle obbligazioni assunte, si legge ancora nelle carte.
Ma chi li salvaguarderà i tanti lavoratori: sarà sufficiente un capitale sociale di 10mila euro a liquidare le giuste spettanze alle tante famiglie che aspettano da anni? La M&P è stata obbligata a depositare bilanci, scritture contabili e fiscali obbligatorie.
Non depositare i bilanci, d’altra parte, significa inibire la trasparenza nella gestione, la verifica del capitale sociale, la tenuta di un’azienda e la veridicità dei conti. Una gestione ventennale di una realtà economica molto redditizia, eppure dichiarata miseramente fallita nonostante una convenzione unica, nel suo genere, perché prevedeva di versare al Comune solo il 20% degli incassi.
Ma a quanto ammontava questo 20%? All’epoca chi gestiva la M&P era particolarmente considerato dentro l’amministrazione, non era facile capire i benefici pubblici di quella gestione. Non risulta nessun tipo di verifica mirata e specifica sulla resa del conto, ci si basava sulla fiducia. Loro dichiaravano l’incasso trattenendo la parte spettante e il 20% veniva girato al Comune, spiegò in un’intervista su queste pagine, il consigliere Giustino Masciocco (Art.1) il 15 maggio 2020, ricordando la gestione consortile nei primi anni duemila.
E per le strisce blu? Non esistevano sistemi di controllo o verifiche che andassero oltre la semplice fiducia nel concessionario e nella rendicontazione fornita.
Si percepiva una benevolenza delle amministrazioni? Una pubblica amministrazione non può tollerare comportamenti non previsti in una convenzione ma ho imparato a mie spese che è più facile concedere diritti che far rispettare doveri.
A distanza di vent’anni è stata l’assessore alla mobilità, Carla Mannetti, della Giunta Biondi, ad invertire la rotta revocando la concessione per una sfilza di inadempimenti, oltre al debito milionario verso l’amministrazione e il mancato versamento di canoni, a tutto ciò si aggiungano le condizioni di degrado del parcheggio di Collemaggio, sempre da noi contestate a seguito di sopralluoghi del gruppo di lavoro appositamente costituito dall’amministrazione comunale, senza che la società desse un effettivo riscontro alle segnalazioni che inoltravamo, dichiarò in quell’occasione, era il 23 maggio 2019, l’assessore Mannetti.
Può una concessionaria di beni pubblici non rispondere alla proprietà? Ora il fallimento, la schiera di creditori, altre indagini in corso e la parola è passata ai giudici.