Lavoro occupazione e ripresa a che punto siamo?
Non c’è una modalità una, per verificare il quasi mezzo miliardo di euro investito sul territorio dal post sisma per capire cosa sta portando a tutti noi.
470milioni e 300mila euro spalmati in diversi canali di sostegno alla ripresa di cui non sappiamo nulla ed è tutto scritto sull’Open Data Ricostruzione, il sito ufficiale di dati, numeri e trasparenza sulla ricostruzione post sisma 2009.
Le varie misure avrebbero dovuto essere monitorate per capire gli effetti, riprogrammare gli investimenti, aggiustare il tiro direttamente da Roma, questo avevano stabilito, ed invece di alcune misure non si conoscono gli effetti sul territorio come la Zona Franca Urbana, che ha portato sul Comune dell’Aquila 86milioni e 600 mila euro, non sappiamo che fine abbia fatto la misura dei 10milioni di euro che avrebbe dovuto garantire gratuitamente i prestiti alle piccole e medie imprese mentre per i grandi contributi pubblici, come al sistema produttivo e alla ricerca, per 100milioni di euro, il sistema di monitoraggio si è snodato attraverso autovalutazioni fornite direttamente dai beneficiari su impulso della Struttura di Missione, la cui attività è stata prorogata fino a fine giugno, che ha quindi preso per buono quanto dichiarato continuando a foraggiare a pioggia gli aventi diritto.
Un minimo di pesatura avrebbero voluto introdurla con il programma Restart, 219milioni e 700mila euro, ma dagli approfondimenti fatti in questi anni e dai continui contatti ricercati con i vertici romani della Struttura di missione, non abbiamo avuto risposte ed anzi, quando cercammo di denunciare il fatto che il Comune dell’Aquila selezionava se stesso nell’asse dei progetti culturali di cui era soggetto attuatore cogliemmo di rimando che le cose funzionavano così, ed ognuno si gestiva come poteva, tant’è che la rimodulazione della quota parte dei 100milioni destinata al Gran Sasso, pari ad un milione e 600mila euro, che andò a coprire i debiti delle grandi istituzioni culturali, ci ha lasciato sulla carta i bei progetti di ripresa e piani di rilancio che avrebbero coinvolto anche il privato, ben sapendo che nessuno mai, avrebbe restituito la somma alla nostra montagna.
Ma Roma ha solo assecondato gli indirizzi dell’allora amministrazione.
Su tutto una capacità di spesa pubblica al minimo e nessun monitoraggio che faccia capire quanta occupazione e quanta ripresa socio economica abbiamo guadagnato in questi anni.
Si salverebbe solo il Gran Sasso Science Institute, finanziato per 54milioni di euro.
In compenso 4milioni e 400mila euro li sta succhiando la governance centrale, per il monitoraggio e la valutazione dei programmi di sviluppo i cui risultati, a dieci anni dal sisma, e soprattutto per guardare avanti fiduciosi, non li troviamo scritti da nessuna parte.
E d’altra parte basti guardarsi intorno. Il lavoro non c’è, le piccole imprese sono alla canna del gas e le grandi …non pervenute. I dettagli nei prossimi giorni.