L’epidemia galoppa e il virus circola in maniera veloce, così Giovanni Rezza, direttore generale per la prevenzione del Ministero della Salute, in conferenza stampa con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, per la situazione epidemiologica in Italia.
Non abbiamo buone notizie, oggi 31mila positivi, ha riportato Rezza. Raddoppiano ogni settimana e il trend è in aumento. I decessi sono stabili ma bisogna vedere il trend. 215mila 085 tamponi, ieri 200mila, continua a crescere la capacità di fare tamponi ma non significa tracciare, se aumentano i contagi i servizi entrano in sofferenza, non riusciamo più ad avere il controllo mentre la percentuale di positivi, sui tamponi effettuati, supera il 10%. Aumentano i ricoveri in area medica, ha aggiunto, il trend è in aumento e lo sapevamo, dovremo aspettare due, tre 4 settimane e vedremo i risultati delle ultime restrizioni.
I tempi di incubazione del virus sono di 5 o 6 giorni e l’impatto sullo stato di salute e le terapie intensive va valutato sulle 3 o 4 settimane, ha spiegato Locatelli, valutando la necessità del rispetto dei tempi d’incubazione nel fare i tamponi.
L’indice di contagio è alto, è pari a 1.7, cioè una persona malata ne contagia quasi due, è stato ampiamente superato in molte Regioni, siamo quindi in zona rossa, quella che potrebbe portare di nuovo al lockdown generale.
Una buona notizia è che uscirà nei prossimi giorni un focus sulle scuole, così da avere il dato più approfondito sul contagio.
Bisogna proteggere gli anziani, ha sottolineato Locatelli, perché se è vero che il tasso di mortalità è più basso, e non cambia l’età mediana sostanzialmente sopra gli 80 anni, vale l’osservazione che è una popolazione fragile da proteggere in maniera rigorosa, i giovani devono prestare attenzione nell’adottare comportamenti responsabili per proteggere questa fascia che resta a rischio decesso.
Oggi siamo sui 200mila tamponi al giorno, dalla settimana prossima saremo in condizione di aggiungere anche i 100mila antigenici/veloci al giorno. Un ruolo fondamentale lo giocheranno anche in questo caso i medici generici, quanto più riusciremo a mantenere i malati a casa, tanto minore sarà il sovraccarico sui Pronto soccorso e sugli ospedali, ha ribadito.
La capacità di tracciamento resta la prima trincea, per Brusaferro. La capacità di fare più tamponi e test antigenici consentirà di riammettere in comunità, dopo 10 gg in assenza di sintomi, i contatti stretti isolati, anche se i tempi d’incubazione devono essere rispettati. Il tracciamento rimane il nostro obiettivo, ha specificato, dobbiamo riportarlo sotto controllo e per farlo bisogna abbassare la curva del contagio. Perché se un positivo ha 5 contatti, ma ne ne ha anche molti di più, ha un moltiplicatore enorme da rintracciare. Il tema è ridurre il numero di casi: piegando la curva, riacquisiremo la capacità di tracciare i contatti, mentre i test rapidi ci aiuteranno a dare subito una maggior sicurezza alle persone, anche rispetto ad un’ipotesi di contagio, ha aggiunto Locatelli.
Bisogna riuscire a curare le persone a casa evitando che vadano nei Pronto soccorso.
Anche qui lo sforzo è quello di dotare quanto più possibile le famiglie di saturimetri, tipo termometro, per gestire a domicilio i soggetti evitando di sovraccaricare la sanità pubblica. I medici di medicina generale, ha detto ancora Locatelli, avranno un ruolo fondamentale, con i saturimetri si può monitorare la percentuale di saturazione di ossigeno e rilevare un’eventuale compromissione respiratoria, non ancora palese, ma già riflessa su bassi livelli di saturazione.
Abbiamo adottato misure restrittive ma non c’è una ricetta magica e si vede anche nei Paesi europei vicini, hanno concluso. E’ un monitoraggio stretto e continuo che permette di confezionare una ricetta settimana dopo settimana, con misure locali ulteriori, nel caso in cui il contagio abbia una crescita significativa.